Ah, la piacevolezza del ritorno. La sensazione calda e avvolgente di svuotare la valigia. La gioia pura con cui si guarda fuori dalla finestra ammirando i cantieri e ripensando al mare.
E intanto piove.
Che bello. Un’emozione unica. Di quelle che augureresti solo al tuo peggior nemico.
Come direbbe il buon Fabio Volo, lo stress da rientro è una delle principali cause di stress.
Mentre disfi la valigia, si accavallano in testa ricordi di ieri e programmi per domani, senza un ordine preciso. A caso, random, pensi che devi rimetterti al pezzo perché gira e gira saranno settimane che non combini niente, “andiamo a fare aperitivo in spiaggia, stasera?”, allora!, non distrarti, dicevi che domani devi fare ordine tra le tue cose e darti una tabella di marcia, “hai paura a buttarti dagli scogli, eh?”, restiamo sul tema per favore, dunque progettavi di fare la spesa, spolverare un po’, mettere in ordine gli appunti e “facciamo un salto alle bancarelle sul lungomare?”, no!, concentrazione!, forza, dicevamo che sicuramente le piante hanno bisogno di un’innaffiata e domattina quasi quasi è l’ora di fare un salto alle poste per pagare la bolletta “CONGA! CONGA! CONGA! Daje che c’è una festa in spiaggia, mettiti il costume!”, e magari fai un paio di lavatrici, che tutti ‘sti vestiti leggeri, “tre gonne diesci euro siniorina!”, avranno bisogno di una rinfrescata prima di riporli.
Le prime 48ore fanno da vero e proprio spurgo emotivo e fisico. Piangi via tutti i mojiti e le birre, urlando mentalmente il tuo tormentato amore a persone conosciute una sera e con cui eri destinata a stare per la vita ma che il Fato ha voluto separare da te perché si sa, il Creatore ti è ostile da sempre. Tutto il tuo affetto dichiarato alle acciughe marinate sfuma in un piatto di sofficini senza contorno. I capelli tornano anarchici e guarda!, laggiù, in fondo all’armadio, creature di cui quasi ti eri scordata l’esistenza: i jeans. Con la maledetta lampo. Stretti alle caviglie. ‘na tortura.
Dopodiché, come al solito, come è giusto, la quotidianità riprende il sopravvento, e tutto sommato il baretto sotto casa non ti sembra più così misero. La birra è buona anche qui, fortunatamente in casa tieni sempre dei surgelati perché non puoi perdere troppo tempo a cucinare, i capelli li leghi perché sei di fretta ed esci di corsa mentre ti infili i jeans che diciamocelo, sono la cosa più comoda del mondo.
E le parentesi restano preziose e intatte proprio perché chiuse.
Buon rientro.
Alessia R. Terrusi
home, sweet home