Ieri i firmatari dell’esposto ne hanno illustrato pubblicamente i contenuti. Il direttore del Parco Andrea Gennai si dice “assolutamente sereno: per noi le polemiche sono finite”
Venti pagine presentate alla Procura di Pisa e ai Carabinieri del NOE, il nucleo ambientale di Firenze, per chiedere di fare luce sul “vulnus” che si sarebbe consumato nei confronti del Parco lo scorso agosto, quando si è tenuta la Route Nazionale Agesci che ha portato 32.000 persone nella Tenuta di San Rossore.
Undici i firmatari dell’esposto, curato dall’avvocato Gianfranco Altavilla (nella foto), che parte dalla “contraddizione ontologica” di un evento simile con la natura del Parco. Un principio da cui derivano quelle che secondo i firmatari sono le principali forzature dell’autorizzazione data dal direttore del Parco Andrea Gennai.
Andrea Corti
Alessandro Spinelli
Beatrice Bardelli
Alessandro Moretti
Giuliano Macchi
Mauro Domenico Umberto Nozzolini
Elena Zito
Fabio Garbari
Luigi Piccioni
Alison Frank
Guido Nassi
Sotto accusa è anche il campeggio: nell’esposto si cita una legge regionale secondo la quale è il Comune che può rilasciare l’autorizzazione per i campeggi, anche solo temporanei e non l’Ente Parco “che, nella specie, non solo ha deciso ma è stato il soggetto promotore del procedimento (a fronte di un parere immotivato, espresso dal delegato del Sindaco di Pisa, privo di competenza)”.
Forzature “non solo culturali ma anche giuridiche”, dice l’avv. Altavilla, che sottolinea la scarsa istruttoria prodotta dalla Conferenza dei servizi che si è riunita due sole volte: il 9 marzo e il 27 maggio. In quelle occasioni l’Arpat sollevò anche la questione dei limiti acustici, evidenziando la necessità, ai fini dell’autorizzazione, di ricorrere ad una deroga al regolamento del Parco. “Ora, a parte che la ‘deroga’ delle prescrizioni non è prevista in alcuna norma (ed è anzi esclusa dall’art. 30 del Regolamento del Parco) – affermano avvocato e firmatari – rimane fermo che, nel prosieguo dei lavori, né la Conferenza, né il Parco hanno acquisito le suddette ‘deroghe’ e i pareri degli enti sono stati raccolti con un tasso di laconicità che merita giustizia”.
Parole pesanti che motivano il “vulnus” di cui sopra, non solo nei confronti del Parco ma, sostengono, “nei confronti della Cultura naturalista e ambientalista, sconfitta dalla logica della antropizzazione di massa (ludica e senza ragione) anche nei luoghi della naturalità vulnerabile e della protezione biologica”.
Si dice “assolutamente sereno” il direttore del Parco Andrea Gennai, che per oggi ha promosso un incontro insieme al naturalista Franco Tassi, per discutere dell’evento. “La Route è stata un esempio di condivisione di un territorio protetto – ha commentato – e proprio l’incontro di oggi sarà l’occasione per parlarne anche con un testimone di come si gestiscono i parchi”. Non entra nel merito delle accuse rivolte: “Non conosco i dettagli dell’esposto e quindi evito di pronunciarmi”, afferma, e conclude: “Ribadisco che per noi la polemica è chiusa e stiamo già guardando avanti, con la stessa serenità con cui abbiamo lavorato finora”.
In bocca al lupo!
Son contento che si verifichino le dinamiche che hanno portato a permettere un evento simile. Mi chiedo se non si poteva farlo prima
Con tutto il rispetto per gli esponenti, mi sembra una perdita di tempo. Ammesso che inizi un procedimento, sono curioso di sapere chi si presenterà come parte civile.