di Michele Lischi
25 settembre 2014: penultimo appuntamento della Rassegna Anima Mundi a Pisa. Un bel complesso vocale e strumentale da Salisburgo, luogo mozartiano per eccellenza, per presentare appunto la Messa in do minore di Mozart. Si tratta del complesso Musicacosì, diretto in quest’occasione dal Maestro Josef Wallinig con Silvia Spinnato a guidare il coro. Si tratta di un complesso composto da musicisti e cantanti di 21 diverse nazionalità, soprattutto giovani e giovanissimi, tanto che è stato proprio un piacere vedere tanta passione e tanta competenza traboccare da queste variegate nuove generazioni.
Coro, orchestra, solisti, ma non solo. Infatti c’è un interprete non previsto che insiste nel partecipare alla serata. Durante il Laudamus te, splendidamente interpretato dal mezzo-soprano nordico Karin Torbjönsdottir, un eloquente scambio di sguardi sorpresi e sorridenti si svolge all’estrema destra del palco: il timpanista e l’organista – in quel momento non impegnati con i propri strumenti – si guardano increduli. Il fatto è che fra le poderose navate della cattedrale si propaga in modo inaspettatamente fragoroso il cri-cri di un grillo. Ma proprio forte, anche per chi siede per una volta vicino al palco. E non si tratta di un cri-cri a casaccio: l’ingombrante interprete inatteso si zittisce nei brevi intervalli fra un brano e l’altro, e ricomincia subito al ripartire della musica. Superato l’iniziale stupore, a dire il vero, dopo un po’ ci si abitua, ma certo se uno spettatore ambiva a concentrarsi sulla purezza del suono offerto dall’orchestra e dal coro, ma soprattutto dalle due straordinarie soliste, c’è forse rimasto un po’ male.
E, grillo a parte, il concerto? Una rappresentazione molto convincente, con qualche problema usuale di impasto del suono nelle parti forte d’insieme, e con una forte caratterizzazione quasi operistica di alcune delle arie solistiche. La più acclamata fra gli interpreti è stata di sicuro la soprano tedesca Claire Elizabeth Craig, protagonista di un lavoro poderoso e di spericolate acrobazie vocali fin dal Gloria. Specialmente efficace, la Craig, nella laboriosa interpretazione del brano Et incarnatus est (tre righe di testo che si sviluppano e si avviluppano per oltre otto minuti) in cui ha potuto dar sfoggio del dominio della splendida voce in tutti i registri. Sono poche le testimonianze reperibili in rete su questa interprete. Per farsi un’idea dell’articolazione complessa di questa Aria, qui c’è l’interpretazione di Miah Persson diretta da Sir John Eliot Gardiner il quale, come si sa, è il Direttore Artistico della rassegna pisana.
Il pubblico ha senz’altro gradito lo spettacolo, tanto che si è spellato le mani per acclamare tutti gli interpreti (pur con parti minori o minime, c’erano anche il tenore Alexander Hüttner e il basso Johannes Gruber). Forse sperava in un bis, che però non c’è stato.
Ma il contentino del dopo-concerto c’è stato lo stesso. Vedere il direttore d’orchestra indugiare sul palco per parlare con i musicisti, sorridere, ringraziarli, complimentarli, in un’atmosfera quasi di grande gioiosa famiglia, forse, vale più di un bis.
Tratto da enezvaz.wordpress.com