Un porto fluviale turistico in Golena d’Arno. Questa la richiesta che con forza avanza Emiliano Marchi, presidente dei Porticcioli d’Arno di ConfcommercioPisa.
“Le potenzialità sono enormi – spiega Emiliano Marchi – La recente approvazione del Piano di Gestione del Parco di San Rossore da la possibilità di mettere finalmente in regola i rimessaggi ed è il punto di partenza per ottenere il riconoscimento il riconoscimento dell’area come “porto fluviale”, superando l’anomalia e rendendo l’Arno navigabile interamente fino alla foce.. Il turismo nautico premia la bellezza naturale e al contempo facilita anche gli altri tipi di turismo: storico-artistico, termale, sportivo, in un intreccio di esperienze ed opportunità ad altissimo valore attrattivo che la città può offrire ai nuovi visitatori”.
Un’opportunità dunque per Confcommercio per aumentare l’offerta turistica e le possibilità di lavoro e di incassi, che diventa tanto più urgente dopo una stagione estiva che per i rimessaggi della Golena d’Arno si è chiusa con il segno meno.
Specializzati nell’offerta di servizi di ormeggio, refitting, rimessaggio ad imbarcazioni inferiori ai dieci metri, i rimessaggi offrono oltre 2.500 posti barca, interessano più di 40 aziende insediate, 250 lavoratori tra falegnami, motoristi, meccanici, fabbri.
“Un settore – presegue il presidente dei Porticcioli d’Arno di ConfcommercioPisa – che in Italia produce un fatturato di 140 milioni di euro l’anno. Gran parte di questi, sono imprenditori di seconda generazione, pronti ad investire per una definitiva riqualificazione dell’area”.
Ma, sottolinea il vicepresidente Massimo Bacherotti, “non mancano le difficoltà, soprattutto di carattere burocratico. Lacci e lacciuoli, vincoli burocratici di ogni tipo mettono in pericolo il futuro del nostro lavoro. Per la semplice manutenzione ordinaria, è richiesta l’autorizzazione preventiva di ben 4 enti diversi, in un estenuante rimpallo di responsabilità e competenze, con tempi dilazionati all’infinito. Per questo chiediamo quanto prima la costituzione di uno Sportello Unico, in grado di offrire alle imprese risposte chiare e tempistiche certe”.
Esempio ne è l’insabbiamento progressivo della foce dell’Arno è un esempio lampante di questo fenomeno di paralisi istituzionale. “Se ne parla dal 2012 – spiegano Marchi e Bacherotti – quando dopo numerose segnalazioni provenienti da alcuni rimessaggi nautici, si evidenziarono grandi difficoltà per le barche ad entrare e uscire dalla foce di Boccadarno. Nessuno si assunse la responsabilità dei necessari lavori da fare e a distanza di due anni la situazione è di fatto peggiorata. Una questione di interesse collettivo, soprattutto quando il fiume è in regime di piena ed è in gioco la sicurezza di tutta la cittadinanza”.