Lottare per la protezione della privacy è la prima prova di forza per le prime generazioni native digitali. Sentiamo parlare attraverso la stampa di un’era post-Snowden, in cui saremmo già immersi. Cosa significa esattamente? Cosa è cambiato? Per cosa si combatte e come è possibile vincere? Domande che non riguardano solo gli attivisti della rete, ma che investono un arco molto ampio di diritti umani e che molto hanno a che fare con il potere politico.
Di questo si parlerà con Claudio Guarnieri, il vero nome di Nex, nella giornata inaugurale dell’iOFF, giovedì 9 ottobre, alle ore 19 al Cantiere Sanbernardo.
Claudio Nex Guarnieri collabora con Citizenlab, un centro di ricerca interdisciplinare finanziato dall’università di Toronto che studia l’impatto delle tecnologie digitali sull’esercizio dei diritti umani e del potere politico.
Alle spalle ha un’esperienza lavorativa come white hat presso alcune società degli Stati Uniti: il suo compito era quello di rendere sicure le reti dei suoi clienti in modo da impedire incursioni ostili. Qui si accorge però che niente è come sembra. “È solo un mercato di gadget che, per sua stessa natura, prospera sulla destabilizzazione delle reti”, diceva Next in un’intervista rilasciata a Il Manifesto il 26 agosto 2014.
Il meccanismo è semplice: più attacchi si verificano, più sono i servizi di protezione che possono essere venduti. Facile immaginare dunque come poco sia l’interesse a rendere sicura la rete, una sicurezza che farebbe crollare l’intero comparto. “Motivo per cui – dice ancora Next al Manifesto – nessun player del settore ha interesse a spegnere un focolaio di minaccia una volta che l’ha individuato”.
Per capire quanto pericolosa può essere la cosiddetta sorveglianza digitale, basta ancora leggere quando raccontato da Gaurnieri nell’intervista, poi ripubblicata integralmente da cavallette.noblogs.org, a proposito di quanto successo a Mamfakinch, un gruppo giornalistico marocchino, diretto da Hisham Almiraat, nato con la Primavera Araba, spesso molto critico nei confronti del governo.”Quando è emerso pubblicamente che il gruppo era stato oggetto di attacchi orchestrati mediante malware da parte delle forze di polizia locali – spiega nell’intervista i suoi supporter, i suoi media partner, i suoi simpatizzanti e le sue fonti hanno cominciato a spaventarsi e ne hanno preso le distanze per paura. Questo ha contribuito allo scioglimento del gruppo e alla chiusura del sito”.
In altri casi questo tipo di sorveglianza ha condotto ad aggressioni e violenze fisiche come nel caso di Ahmed Mansoor, noto blogger e attivista degli Emirati Arabi. “La sorveglianza mediante malware – dice Guarnieri – comporta differenti conseguenze”. A seconda del luogo e delle ragioni, e in ogni caso, fa notare, non mette a rischio solo il singolo target ma tutto il suo network d’appartenenza.
E in Italia, qual è la situazione?
Vi aspettiamo giovedì 9 ottobre al Cantiere San Bernardo con la Guida Galattica per Cryptoattivisti e Claudio Nex Guarnieri.