Decimo trimestre negativo per l’industria pisana che, a fronte di una leggera crescita produttiva nel primo quarto del 2014 in Italia (+1,8%), registra un ulteriore arretramento (-2,2%). Questi i dati dell’indagine condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Pisa presso le locali manifatturiere pisane con oltre 10 addetti.
Un risultato che appare particolarmente negativo anche nel confronto con la Toscana che, nello stesso periodo, segna solo un leggero arretramento (-0,2%). Tarda dunque a ripartire l’attività manifatturiera, mentre le attese per il futuro, pur in miglioramento, non fanno ancora intravedere una svolta.
Anche il fatturato (-0,9% tendenziale) non solo conferma il segno meno registrato nell’ultimo quarto del 2013, ma evidenzia una variazione negativa anche nella componente estera (-0,5%) che fino ad oggi aveva retto.
Proseguono la loro fase declinante anche gli ordinativi totali (-0,8%), con la componente estera anch’essa in terreno negativo (-0,3%).
Dinamiche particolarmente preoccupanti dato che finora i risultati ottenuti sui mercati esteri erano stati sempre positivi.
Ancora freddi i prezzi di vendita che, nel periodo gennaio-marzo 2014, tornano “sotto zero”: -0,5% anno su anno.
Dati negativi anche nell’occupazione industriale (-0,1%), che parlano di una crisi ancora lontana da passare, come confermano anche le ore di cassa integrazione autorizzate. Pur in diminuzione rispetto al primo quarto del 2013, rimangono ancora su livelli storicamente elevati. Nel primo trimestre 2014, il numero di ore di CIG della manifattura pisana tocca quota 711mila, delle quali oltre tre quarti riconducibili a pesanti crisi aziendali.
Le difficoltà interessano soprattutto alcune medio-grandi imprese (oltre 49 addetti). Qui calano produzione (-3,0%) e occupazione (-0,9%) ma anche fatturato (-0,7%) ed ordinativi (-0,2%). Tuttavia, per la grande industria, il mercato estero continua a rappresentare un valido sostegno. Se è vero infatti che fatturato e ordinativi complessivamente calano, sul versante estero questi indicatori registrano variazioni positive: +0,7% il fatturato e +1,4% gli ordini.
Non sfugge alla crisi, in ragione della maggiore proiezione sul mercato nazionale, la piccola industria (da 10 a 49 addetti), dove calano del’1,4% sia produzione che il fatturato, ma anche gli ordinativi (-0,2%)
A livello settoriale il quadro vede una netta prevalenza di comparti in difficoltà: solo 2 su 7 riportano infatti una crescita produttiva. Gli unici dati positivi riguardano il pelli-cuoio (+4,1%) e la metalmeccanica (+4,6%) mentre particolarmente negative risultano le contrazioni nell’elettronica-mezzi di trasporto (-9,7%) e nelle calzature (-5,7%).
Negative anche le performance registrate nel legno-mobili (-2,6%) nei minerali non metalliferi (-2,3%) e nella chimica-farmaceutica-gomma-plastica (-1,1%).
Nonostante e difficoltà, continua il graduale miglioramento del clima di fiducia degli imprenditori industriali, tuttavia, rimane in terreno negativo per il secondo trimestre dell’anno.