Il 7 novembre si tiene una giornata di studio promossa dalla Scuola di Dottorato dell’Istituto di Scienze della Vita con l’astronauta Paolo Nespoli e con numerosi docenti, ricercatori che porteranno contributi interdisciplinari: dalle “case sulla luna”, al legame fra ipergravità e realtà virtuale alle dissertazioni filosofiche sul senso del “limite”.
Perché esplorare lo spazio può aiutarci a “stare meglio” sulla terra, ad esempio facendo progredire la medicina e la biologia, ma anche favorendo l’individuazione di soluzioni innovative che ci permettano di “abitare” al meglio il nostro pianeta e aiutandoci nella comprensione – in prospettiva storica e filosofica – del perché l’uomo abbia sempre tentato di andare oltre i propri confini.
Allo spazio e alle sue relazioni con la terra, di carattere interdisciplinare, è dedicata la giornata di studio organizzata dalla ricercatrice in scienze mediche Debora Angeloni, che si tiene il 7 novembre appunto nell’aula magna della scuola Sant’Anna, con inizio ore 09.00.
Dopo i saluti del direttore dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna, Mario Enrico Pè, sarà proprio un astronauta, Paolo Nespoli, a presentare le sfide e le opportunità che derivano dall’esplorazione spaziale.
Non ci sono terre che non si possano abitare, né mari che non si possano percorrere
La giornata, che si apre ai contributi dei rappresentanti di numerose istituzioni universitarie, si concluderà con l’intervento di un filosofo politico, Alberto Pirni dell’Istituto Dirpolis (Diritto, politica, sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna, a cui saranno affidate dissertazioni di carattere antropologico, legate alla concezione del limite.
“Se l’esplorazione dello spazio ha motivazioni tanto profonde quanto antiche, tuttavia questa impresa collettiva – spiega la ricercatrice Debora Angeloni – per avere successo richiede un enorme sforzo scientifico e tecnologico. Attraverso la partecipazione di scienziati, medici e tecnici impegnati sul fronte della ricerca spaziale, la giornata di studio del 7 novembre vuole fare il punto sulle sfide e, nel contempo, intende sottolineare le opportunità che la ricerca indirizzata a questo ambiente estremo può offrire. L’esplorazione dello spazio apre prospettive di conoscenza nuove e inattese, ma pone anche severi limiti, per superare i quali sono state ideate soluzioni che trovano applicazione innovative e dirette sulla vita qui sulla terra. Del resto, citando la frase del geografo-esploratore del XVI secolo Robert Thorne, che riassume lo spirito degli esploratori di tutti i tempi e che farà da filo conduttore della giornata di studio ‘Non ci sono terre che non si possano abitare, né mari che non si possano percorrere’ “, conclude Debora Angeloni.