Presentando il consueto report sulle attività di controllo relative al periodo gennaio-settembre 2014, la Direzione territoriale del lavoro di Pisa dipinge un quadro a tinte fosche. La percentuale delle irregolarità riscontrate resta su valori definiti “preoccupanti” dalla direttrice della Dtl Annamaria Venezia, ad aumentare è invece la gravità delle illegalità accertate.
Su 814 aziende ispezionate, il 47% si è rivelato irregolare (446): per la grande maggioranza si tratta di imprese attive nel settore dell’edilizia e del commercio o terziario. Nel 2013 questa percentuale si era fermata al 44%. Sono 950 i lavoratori coinvolti nelle verifiche, 163 di loro sono risultati irregolari e 138 di questi totalmente al nero, l’85% contro il 44% del 2013.
Nei primi 9 mesi dell’anno sono stati registrati 418 illeciti amministrativi per un totale di 377.972 euro di sanzioni e 1.541.539 euro di imponibile evaso o omesso. Circa il 90% dei reati ipotizzati riguarda la prevenzione degli infortuni sul lavoro, questo testimonia, secondo la DTL, il collegamento diretto tra lavoro irregolare e infortuni.
In forte aumento le diffide accertative, 265 nel periodo in questione. La diffida accertativa per crediti patrimoniali è lo strumento che tutela il dipendente a fronte di crediti nei confronti del datore di lavoro.
Sono 42 nel complesso i provvedimenti di sospensione dell’attività emessi dalla Dtl, 12 riguardano il settore edile e 30 altri settori, tutti causati dalla presenza di almeno il 20% dei lavoratori in nero, sprovvisti cioè di qualsiasi forma contrattuale. Una volta riscontrata l’irregolarità, il titolare dell’azienda ha a disposizione un lasso di tempo per sanare la posizione dei suoi impiegati, pagare una sanzione e vedersi revocata di conseguenza la sospensione. Se nel settore edile 12 sospensioni si sono risolte con 10 revoche del provvedimento, è significativo il dato relativo agli altri settori, in forte aumento rispetto al 2013. Su 30 sospensioni sono infatti 12 quelle confermate, in molti casi gli imprenditori non riescono a pagare le multe inflitte in seguito alle ispezioni.
“Se si guardano questi dati con un occhio ai valori relativi all’incremento della cassa integrazione, della mobilità e dei sussidi di disoccupazione – commenta la direttrice della Dtl Annamaria Venezia – ci accorgiamo che il lavoro è poco, quel poco che c’è è irregolare e spesso non pagato”.