Stato di agitazione fra i lavoratori e le lavoratrici delle Province toscane. Alla base le preoccupazioni per le conseguenze che il taglio di un miliardo di euro previsto della legge di stabilità per il 2015 verrà confermato.
A dichiarare lo stato di agitazione le organizzazioni sindacali di categoria della funzione pubblica della CGIL, CISL e UIL, i lavoratori e le lavoratrici delle Province toscane. Che annunciano inoltre la messa in campo di iniziative utili a sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni che la legge di stabilità produrrà sul nostro territorio.
Se la misura verrà confermata scrivono i sindacati, in Toscana si tradurrà in un taglio di “96 milioni di euro ai quali si aggiungono i 36 milioni imposti pochi mesi fa”. Riduzioni che denunciano i sindacati ricadranno sui cittadini traducendosi in una riduzione dei servizi erogati e lo svolgimento delle funzioni oggi assegnate alle Province. Scenari che i sindacati definiscono “drammatici” e che coinvolgono i 4.500 lavoratori delle dieci province toscane, a cui si aggiungono i migliaia di lavoratori precari e a contratto.
Se da anni la politica discute delle inefficienze della pubblica amministrazione non è stata trovata dicono i sindacati “una reale soluzione”, ma è stato avviato un “percorso di riforme adottando una serie di leggi scoordinate e confuse che anziché portare all’innovazione ha portato ad un taglio orizzontale di risorse economiche con ricadute sui servizi e sui territori. La riforma delle Province, cosiddetta riforma Del Rio, rischia di naufragare proprio a causa degli ulteriori tagli imposti in sede governativa”.
Quale futuro si prospetta si chiedono Cigl, Cisl e Uil “per i nuovi enti previsti dalla legge Del Rio che sostituiranno le Province?”. E ancora “con quali risorse sarà possibile garantire il riscaldamento nelle scuole e i servizi di pulizia, la sicurezza delle reti stradali di competenza provinciale? E con quali risorse si potrà intervenire contro il dissesto idrogeologico? Quale futuro per i servizi all’impiego che in questi anni hanno garantito l’accoglienza, le informazioni e il sostegno a migliaia di lavoratori licenziati, in cassa integrazione e precari?”.