Mentre ormai è sicuro che sarà la Procura di Pisa ad accertare le eventuali responsabilità sulla vicenda delle ex Stallette – secondo il sito del comune Pisainformaflash la pratica è stata portata in procura lo scorso 24 ottobre – con il buco di 500mila euro creatosi dopo una serie di irregolarità nella gestione dell’appalto per i lavori, restano in mano all’amministrazione le responsabilità di carattere politico. È quanto affermano i consiglieri Marco Ricci e Ciccio Auletta della lista civica Una città in comune – Prc, che sottolineano come il danno economico al Comune sia stato causato “da infinite irregolarità interne ed esterne e ampie responsabilità a tutti i livelli: aumento dei costi di progettazione e realizzazione dei lavori, concordanza degli importi, mancato funzionamento del sistema di controllo, risorse pagate anticipatamente per lavori mai realizzati”.
“Siamo davanti ad un vero e proprio fallimento politico ed amministrativo dell’amministrazione Filippeschi”, scrivono i due consiglieri, “proprio sui suoi progetti simbolo, che rappresentano gli investimenti più importanti fatti negli ultimi anni; fallimento condito inoltre da una assenza di trasparenza che nell’ultimo mese si è resa evidente anche alla città. Altro che giustizialismo, come qualcuno ha sostenuto, la richiesta delle opposizioni di una commissione d’indagine – che non si sostituisce certo alla magistratura – era più che fondata. Oggi il rischio è che questa vicenda si chiuda con l’individuazione di un “capro espiatorio”, evitando di andare a fondo nella comprensione dei meccanismi che hanno reso possibile che tutto ciò avvenisse: questo per noi è invece indispensabile”.
Evidenziano quindi che per l’amministrazione, “la capacità di controllo dei lavori svolti tramite soggetti privati diventa l’attività principale per poter garantire i cittadini su come vengono spesi i soldi pubblici, e per evitare di trovarsi con contenziosi lunghi e costosi (vedi il caso del parcheggio Piazza Vittorio Emanuele)”, e aggiungono che l’altro elemento in ballo è quello della trasparenza: “Laddove si creino problemi ne deve essere data immediatamente comunicazione anche alle opposizioni, perché possano svolgere il loro ruolo di controllo e garanzia a prescindere dalle opinioni politiche: questo non è avvenuto. Colpisce ad esempio il fatto che l’assessore ai lavori pubblici riveli alla stampa solo sabato 15 novembre la notizia di essersi recato in Procura a fine Ottobre consegnando la relazione dell’ingegner Aiello: sono troppe le notizie che escono da Palazzo Gambacorti “ad orologeria”, e non vengono comunicate tempestivamente nelle sedi istituzionali e ai consiglieri comunali”.
“Come mai – domandano – nella discussione avvenuta in consiglio comunale per l’istituzione della commissione d’indagine la notizia della visita dell’assessore Serfogli in Procura non è stata data? Come mai solo martedì scorso lo stesso Assessore scrive una lettera evidenziando tutte le principali falle del procedimento e non quando è stata approvata dal Consiglio comunale la delibera con cui si stanziavano gli ulteriori 500 mila euro per il completamento dell’opera? E ancora, come mai ad oggi agli interrogativi posti dall’assessore – ovvero se vi è il completamento del progetto esecutivo di variante, se è stato validato, se è stato nominato il collaudatore in corso d’opera, se è stata incamerata la cauzione da 126 mila euro – non ci sono ancora risposte?”
Per questo chiedono alla giunta Filippeschi di “fare velocemente chiarezza”. “Il segretario generale – scrivono ancora – in merito ai Piuss e ad altri interventi complessi metteva già da tempo in evidenza tre tendenze: la dilatazione dei tempi di realizzazione; la progettazione incompleta; l’adozione non motivata di varianti con accrescimento dei costi; affermando: “Tali tendenze (o cattive abitudini) rappresentano delle disfunzioni che devono essere valutate con estrema attenzione perché vanno ad incidere sul buon andamento dell’attività amministrativa e possono costituire il lasciapassare per fenomeni più gravi, come quelli corruttivi”. Come mai non se ne è tenuto di conto?”, domandano.
Domande di chiarezza vengono sollevate anche dalla consigliera Valeria Antoni, capogruppo del Movimento 5 Stelle, che ha scritto al presidente del consiglio comunale Ranieri Del Torto e all’avv. Pietro Pescatore, vicesegretario generale, per chiedere conto della “fuga di notizie” sulla relazione di Aiello. “Ho ricevuto, insieme ad alcuni dei consiglieri di minoranza, dal dirigente Pescatore, la copia della relazione sulle Stellette, per ottenere la quale l’avvocato ha richiesto un obbligo alla riservatezza. Oggi apprendo dai giornali che una testata non solo possiede una copia della relazione ma ne dà accurata descrizione dimostrando abbondantemente di conoscere la relazione nel dettaglio”.
“Ho chiesto all’avvocato Pescatore che tipo di sanzione rischi colui che contravviene a tale disposizione – aggiunge – e prontamente mi è stato risposto che esso è un reato di tipo penale. Alla luce quindi di tale spiacevole episodio e considerato il fatto che noi consiglieri comunali abbiamo dovuto sottostare all’obbligo di cui sopra, sono a chiederle maggiore chiarezza in merito alla vicenda. Sono a chiedere alla presidenza del consiglio chi possiede tale atto, chi ne ha fatto richiesta chi ha dovuto sottoscrivere tale impegno e se all’interno della macchina comunale i tecnici, i dirigenti, l’assessore, il sindaco, il segretario generale hanno dovuto sottoscrivere il medesimo impegno.