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“Se non conquistiamo la B lascio”, la passione secondo Carlo Battini

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Più che una lezione si è trattato di una testimonianza diretta da parte di chi opera in un settore complesso come quello calcistico, che ha messo in evidenza le molte variabili che influenzano il risultato complessivo di quella che viene definita l'”azienda calcio”. Questo è quello che è emerso dall’intervento del presidente dell’Ac Pisa 1909 Carlo Battini, che insieme all’avvocato Andrea Bottone, a capo del comitato Vecchio Cuore Nerazzurro e garante di quell’1% di quote della società cittadina detenuto dai tifosi. L’incontro si è tenuto martedì 2 dicembre al dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa.

Carlo Battini ha sottolineato il ruolo della passione nella scelta di un imprenditore di buttarsi nel mondo del calcio: “Da quando ero bambino ho sempre avuto passione per il calcio e questo coinvolgimento continua ancora adesso da imprenditore”. “Non nascondo che in certe categorie – ha spiegato il presidente nerazzurro – come quella attuale in cui si trova il Pisa, investire nel calcio è un vero bagno di sangue. Nella Formula 1 solo chi vince ha guadagni, così anche nel pallone solo salendo di categoria è possibile realizzare del profitto, ed è per questo che in questa stagione sto facendo un investimento considerevole, o conquistiamo la serie B oppure lascio”.

Battini si sofferma sulle tante variabili che influenzano l’andamento di una società e che sono in continuo divenire: ”In questo settore siamo davvero l’anello debole, dovendo svolgere il complicato ruolo di mediatore tra le tante variabili che si interfacciano nella vita aziendale”. Il presidente illustra cosa è stato fatto per organizzare i vivai – da settembre è partito il sodalizio tra l’Ac Pisa 1909 e la società Biancoforno nuovo principale sponsor dei nerazzurri – passando a come gestire risorse non proprie, ad esempio lo stadio, date in concessione dall’amministrazione locale.

In particolare sull’argomento Arena Garibaldi Battini si dice preoccupato qualora la sua squadra riuscisse a centrare l’obiettivo stagionale della promozione. “Se la mia squadra dovesse salire di categoria – ha detto il patron dell’Ac Pisa 1909 – non abbiamo uno stadio sufficiente a contenere tutti i tifosi che saremmo in grado di richiamare. In questi anni ho investito molti soldi sullo stadio ed i contributi da parte dell’amministrazione non sono sufficienti neanche a coprire i costi per la manutenzione del manto erboso, poiché un imprenditore deve essere lungimirante ho anche presentato qualche tempo fa all’amministrazione locale, un progetto ambizioso realizzato dall’architetto Zavanella (ideatore dello Juventus Stadium) relativo ad nuovo impianto sportivo, ma la zona indicata dagli amministratori è nei pressi dell’inceneritore di Ospedaletto e questo ha scoraggiato qualsiasi interesse da parte dei privati, inizialmente attratti dalla possibilità di business”.

Altra variabile che impatta sulle aziende calcistiche è il ruolo dei tifosi che nel caso del Pisa sono forza consistente e di grande tradizione. Su questo argomento è intervenuto in particolare Andrea Bottone, che ha rivendicato il ruolo della tifoseria quale elemento portante di idee e opinioni, che in qualche modo influenza l’andamento di una società calcistica, pur non essendo una vera e propria voce di bilancio (se si escludono gli introiti per abbonamenti e biglietti).

Di questo Bottone è convinto: “Fare bene nel calcio è molto difficile perché una società in questo settore non deve tenere conto solo del bilancio oppure dei dipendenti, ma anche e soprattutto dei suoi tifosi”. “Pisa è una città dove la passione per la propria squadra è fortissima – ha detto Bottone – ed infatti i tifosi sono detentori del 1% del capitale sociale”. Questo nonostante le difficoltà sempre maggiori di accedere allo stadio per assistere ad una semplice partita di calcio: “Troppe le difficoltà oggi giorno tra tessera del tifoso, tornelli, biglietti nominativi e posti assegnati è troppo evidente la discriminazione tra chi è tesserato e può quindi seguire la propria squadra in trasferta e chi non la possiede”. “Su questo aspetto ci sono state delle aperture – ha concluso Bottone – grazie ad alcune recenti normative io e il presidente Battini abbiamo presentato domanda agli organi competenti, aspettiamo una risposta sulla possibilità di riconoscere anche ai non tesserati di andare in trasferta”.

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Pubblicato il: 3 dicembre 2014

Argomenti: Pisa, Scuola-Università, Sport

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