“La dichiarazione per cui l’obbiettivo del Comune di Pisa è di ridurre il numero di rom presenti sul territorio è illegale e per questo faremo un’azione civile contro la discriminazione”. Lo hanno annunciato questa mattina quattro realtà associative, di cui una nazionale, a seguito delle dichiarazioni rese dall’assessore al sociale Sandra Capuzzi e del Vice Prefetto Vicario Valerio Massimo Romeo, sul numero di rom presenti sul territorio.
Alla conferenza stampa di questa mattina era presente anche Roberto Barbieri, maestro di scuola elementare che lavora nell’istituto di Ospedaletto. Nella sua classe ci sono quattro bimbi rom; fra loro c’è anche Rebecca (nome di fantasia), che ha 11 anni ed è sordo muta. La sua famiglia è stata sgomberata la scorsa settimana dal terreno agricolo che aveva regolarmente acquistato 10 anni fa. Ora dormono in un camper parcheggiato ai lati delle strade, senza acqua calda né riscaldamento. “Nonostante questo la piccola non ha perso un giorno di scuola, anzi, chiede sempre ai genitori di essere accompagnata e non manca mai alle lezioni”, dice Barbieri. “Nei giorni successivi allo sgombero i miei alunni mi hanno chiesto ‘maestro, come mai Rebecca è stata sgomberata? Cosa ha fatto di male per dormire in un parcheggio?’, ecco io sono in difficoltà e giro la domanda all’assessora Capuzzi e al sindaco Filippeschi: cosa ha fatto questa bimba per essere sgomberata?”
“A scuola insegniamo la storia romana – ha aggiunto – e dal superamento del diritto romano sappiamo che le colpe dei padri non ricadono sui figli. E oggi invece ci sembra di essere tornati indietro”.
“Le restrizioni al soggiorno dei cittadini stranieri sono comunque fissate dallo stato centrale, cui è riservata in via esclusiva l’intera materia del soggiorno e della residenza. Non è perciò facoltà dei Comuni – conclude – introdurre quote massime, né limiti numerici di sostenibilità, alla residenza e alla presenza di cittadini, siano essi stranieri, italiani o comunitari”.
Sul concetto di “sostenibilità”, espresso dalla stessa Capuzzi, che proprio parlando di riduzione da 800 a 400 rom sul territorio aggiunse che non si trattava di un numero “massimo”, ma di un numero compatibile con la sostenibilità economica degli interventi, Bontempelli conclude: “Ci risulta che la Regione Toscana ha ricevuto i finanziamenti comunitari per il 2014 sulle politiche sociali, ma Pisa non riceverà nulla perché non ha presentato progetti in tal senso”. L’assessore su questo punto più volte ha replicato dicendo di “non aver mai ricevuto progetti dalle associazioni”.
Ma intanto se nessuno ha presentato progetti per i rom – enti pubblici che hanno il dovere di intervenire o associazioni troppo spesso impegnate in sole battaglie di principio – a rimetterci saranno solo loro, i rom sgomberati, e in particolare i bambini, che non hanno colpe se non quella di nascere in famiglie socialmente scomode.
Rispetto alla politica degli sgomberi, Romeo replica: “Ci sono più livelli di discussione. Il primo è che i rom irregolari, con precedenti o senza permesso di soggiorno, devono essere allontanati. Dobbiamo applicare la legge e su questo punto non si deroga. Il secondo livello è relativo agli interventi sociali: abbiamo un percorso avviato con il Comune e la Società della Salute per dare un’alternativa alle baracche. Ritengo che la dignità di queste famiglie sia compromessa nella condizioni in cui stanno, per questo le baracche vengono abbattute”.
Anche se non sempre viene offerta un’alternativa immediata ai parcheggi e alle sistemazioni di fortuna, per il vice prefetto “ogni caso va valutato singolarmente. Non escludo infatti che alcune famiglie abbiano rifiutato le alternative proposte. Comunque ogni sgombero avviene alla presenza degli operatori sociali”. Sulla questione della limitazione numerica delle presenze, infine, il Vice Prefetto Vicario non ha dubbi: “Stimo molto l’assessore Capuzzi, che si sta distinguendo per serietà e impegno. Il limite del numero è stato frainteso: il punto è che vogliamo raggiungere un discorso di normalizzazione per la popolazione rom, perché una metà dei presenti non è in condizioni di regolarità. Non si tratta certo di mandarli via per ragioni etniche, ma non si possono tollerare situazioni abusive e l’obbiettivo resta quello di trovare una sistemazione alloggiativa per le persone regolari”.
C.C.
Basta parole Bontempelli. Passi all’azione e ospiti la povera Rebecca e la sua famiglia a casa sua.
Siccome le baracche non sono dignitose, ai rom si tolgono anche quelle e si fanno dormire per strada: una logica ben curiosa!
E’ inoltre insopportabile sentir parlare dei rom mai come persone, ma bensì come fossero sacchetti della spazzatura: fastidiosi, da togliere di mezzo e senza alcuna voce in capitolo sulla propria sorte.
Le associazioni possono anche presentare progetti, ma occuparsi dei problemi sociali è compito istituzionale delle istituzioni (mi si perdoni il bisticcio). Trovo non solo ingeneroso ma davvero paradossale, perché lontano dalla realtà, parlare per Africa Insieme di “associazioni troppo spesso impegnate in sole battaglie di principio”, viste le azioni concrete che da anni mette in campo sia quotidianamente sia nei momenti di emergenza. Avverbi come “troppo” e “spesso” sono poi più consoni all’opinionismo che al giornalismo. Un’uscita di pessimo gusto che non mi sarei davvero aspettato su queste pagine.
Magari fa pari col fatto che PaginaQ è invece _l’unico_ organo di informazione ad aver riportato che vittime dell’ultimo sgombero sono stati tre bambini sordomuti, ma resta una presa di posizione tanto pretestuosa quanto assurda.