Insomma è Natale, e ci vuole un cartone animato. Allora ecco a voi Tokyo Godfathers, film d’animazione giapponese del 2003 di Satoshi Kon. Premetto che sono pochissimi i film d’animazione che mi piacciono, tra i quali ci sono anche quelli del giapponese Hayao Miyazaki che però è abbastanza inarrivabile.
Pare che Tokyo Godfathers sia il remake del film di John Ford con John Wayne In Nome di Dio, conosciuto in Italia anche col nome di Il Texano (il titolo originale era, ma guarda un po’, The Three Godfathers). Effettivamente le storie si somigliano: sia nel film d’animazione giapponese che in quello americano c’è il ritrovamento – in modo diverso – di un neonato da parte di tre persone e i loro sforzi per portarlo in salvo.
In Tokyo Godfather tutto si svolge la notte della vigilia di Natale e i tre individui che trovano un neonato nella spazzatura sono tre senza tetto: Gin, un alcolizzato, Hana, un travestito, e Miyuki, un’adolescente scappata di casa. Durante la nottata i tre attraversano una Tokyo coperta di neve e incontreranno mafiosi, prostitute, e bulli. Ma faranno anche i conti con il passato da cui ciascuno scappa.
È un film pulp e neorealista al tempo stesso, una favola urbana. È un film che parla di famiglia, di coincidenze, di perdono; e nonostante l’atmosfera spesso dark, è Natale, e come per Millions, i buoni sentimenti qui hanno la meglio.