Un anno complesso e faticoso il 2014 per l’Ente Parco di San Rossore, tra inchieste giudiziarie per le passate gestioni finanziarie, il maxi raduno scout, l’accoglienza dei profughi, l’attività ordinaria con risorse che sono solo il 15% di quelle che servirebbero a pieno regime.
Un anno che si conclude però con progetti nuovi e rinnovate garanzie di impegno, come hanno spiegato nella giornata di ieri il presidente e il direttore del Parco, Fabrizio Manfredi e Andrea Gennai, nel tracciare un bilancio di quest’anno ormai finito.
“Si è trattato, indubbiamente, di un anno impegnativo per l’Ente Parco – ha esordito il Presidente Manfredi – innanzitutto sul fronte interno, per via del fatto che da oltre un anno sono venute alla ribalta criticità finanziarie legate alle passate gestioni ed è stato quindi richiesto alla Regione Toscana dallo stesso Ente Parco un commissariamento ad acta con la nomina da parte del Presidente della Regione di un esperto in materia, nella persona di Eros Ceccherini, che sta lavorando per definire il bilancio consuntivo per il 2012 e il 2013 e che ci auguriamo possa finire celermente il suo lavoro”.
Proprio per la mancanza di tali documenti finanziari, non è stato possibile, per l’Ente Parco, approvare il bilancio di previsione del 2014, che pure era già stato abbozzato, mentre l’augurio è di riuscire a poter predisporre quanto prima quello del 2015.
Sul fronte esterno Manfredi ha citato il lavoro di ridefinizione della strategia, delle politiche, delle azioni e dei progetti, ma anche il grande evento organizzato dell’AGESCI, e infine, il riposizionamento del Parco come protagonista della scena pubblica nel nostro territorio.
«Vogliamo che il Parco possa svolgere un ruolo strategico geopolitico quale cuore pulsante dell’area vasta della Toscana nord-occidentale in cui siamo immersi, in primo luogo in termini di “stimolatore politico” – ha ricordato Manfredi. – Recentemente ho inviato a Marco Filippeschi, in qualità di sindaco di Pisa e presidente della Provincia di Pisa, una lettera aperta in cui lo invito a farsi promotore di un tavolo di area vasta che coinvolga il mondo livornese, pisano, versiliese ed apuano, nel quale raccordare gli intenti sulle politiche pianificatorie, sulle politiche della programmazione economica e del marketing territoriale e sulle politiche di erogazione dei servizi.
Vorremmo, infatti, che l’Ente Parco potesse svolgere questo tale ruolo anche in termini di pianificazione: su questo tema, così come per quanto riguarda la ricandidatura per il programma MAB.
Dobbiamo riuscire ad aprirci verso l’esterno sempre più e far sì che il territorio possa beneficiare concretamente dell’esistenza di un’area protetta: su questo punto abbiamo in serbo idee e proposte e il PIT (Piano integrato territoriale) regionale fornisce un nuovo strumento, i cosiddetti “progetti di paesaggio”, grazie ai quali è possibile ipotizzare di costruire azioni concrete.
Un altro elemento degno di nota è la volontà di rivisitare il Piano territoriale del Parco (il cosiddetto “Piano Cervellati”), redatto alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso e definitivamente approvato alla fine del 1989. Si tratta di un documento che dovrebbe essere ammodernato, anche per esplicita previsione della proposta di nuova legge regionale sui parchi, la quale stabilisce che entro un anno i parchi debbano ridefinire i piani territoriali. Ciò costituisce dunque un ulteriore incentivo affinché possiamo rimetterci presto al lavoro su tale documento.
Sempre in ambito di pianificazione, dopo la variante al piano di gestione delle tenute di Tombolo e Coltano definitivamente approvata nel corso del 2014, le due priorità per il mondo pisano per il 2015 sono la variante relativa al tema degli arenili del litorale (sempre nello stesso ambito territoriale), che ha lo scopo di dare una sistemazione definitiva al tema delle spiagge attrezzate, stabilendo con maggiore precisione quali siano le attività consentite, e la rivisitazione del piano di gestione dell’area vecchianese (Tenuta di Migliarino).
«Per quanto riguarda la gestione diretta della Tenuta di San Rossore, tra le opere in corso – ha spiegato il Presidente Manfredi – sono da menzionare i lavori alla copertura degli edifici di Cascine Vecchie e quelli all’edificio della cosiddetta “ippoterapia”, ovvero un manufatto destinato a stalla nelle vicinanze della Sterpaia, che sarà probabilmente destinato alle necessità di allevamento di bovini e equini, ovvero come punto di appoggio che consenta a coloro che fossero intenzionati a pernottare presso la Sterpaia, di far sostare i cavalli all’interno della tenuta.
Per quanto concerne la stecca ovest della Sterpaia, che necessita di essere ristrutturata e nella quale sono appunto ospitati attualmente i servizi di accompagnamento in carrozza e a cavallo, è in fase avanzata di predisposizione il progetto definitivo. Sempre in località La Sterpaia, hanno avuto inizio i lavori di risistemazione esterna, similmente a quanto già avvenuto nell’area di Cascine Vecchie.
L’ultimo lavoro in essere, in fase di completamento, è il nuovo percorso destinato alle visite guidate che parte dalle vicinanze del Fortino, attraversa una zona naturale di macchia e duna costiera e permette di raggiungere la spiaggia evitando il danneggiamento delle dune.
Sempre in tema di gestione diretta della Tenuta di San Rossore, un aspetto importante è legato al fatto che dal 2012 la Regione Toscana ha bloccato le risorse destinate agli investimenti: se nel 2012 ne è stata concessa una parte, nel 2013 e nel 2014 non è stato trasferito alcunché. Sono rimasti solo i trasferimenti per le spese di gestione, che ammontano a circa 300mila euro all’anno e che costituiscono circa il 15% delle risorse complessive che dovrebbero essere destinate specificamente a San Rossore. “Tale fatto – ha spiegato il Presidente dell’Ente Parco – è stato condizionato da due elementi: dagli uffici dell’assessorato al bilancio e alle finanze della Regione Toscana è stato comunicato innanzitutto che non si tratta di risorse vincolate, nonostante una specifica previsione di una legge dello Stato (Legge n. 87 del 1999), ma che esse rientrano nella fiscalità complessiva del bilancio Stato-Regione. In secondo luogo, viene richiesto, prima di continuare a trasferire tali somme, che siano più chiari alcuni aspetti per quanto riguarda i bilanci passati dell’Ente Parco (sui quali è al lavoro il commissario ad acta). Ad ogni buon conto, poiché permane una situazione di incertezza, l’Ente Parco sta continuando a prevedere l’utilizzo di quelle risorse predisponendo appositi PUR (Piani di utilizzo delle risorse), come da norme regionali di riferimento; proprio nei giorni scorsi è stata approvato la proposta per il 2015”.
“Una simile situazione ha inevitabilmente condizionato e sta continuando a condizionare la possibilità di effettuare gli investimenti necessari sulle priorità strategiche individuate per la Tenuta di San Rossore – ha commentato Manfredi, – ovvero il nuovo centro informazioni della Tenuta di San Rossore, per cui esiste già un progetto che prevede il raddoppio della superficie, la villa del Gombo che è anche edificio di rappresentanza della Regione Toscana e che necessita di lavori e interventi indispensabili affinché essa possa essere inserita nei circuiti internazionale di convegnistica, e infine la realizzazione di un complesso didattico a Cascine Nuove”.
All’ordine del giorno c’è anche il tema del nuovo piano di gestione dell’azienda agro-zootecnica. Nella prossima seduta del Consiglio direttivo verranno proposte alcune modifiche al regolamento sulla concessione degli immobili: un tema che ha spesso interessato l’opinione pubblica negli scorsi mesi. Infine, c’è l’intenzione di stipulare una convenzione con Agesci affinché alcune aree della Tenuta siano destinate all’utilizzo continuo da parte degli scout per le loro attività. Altro tema di rilievo per il 2015 è relativo a fatto che San Rossore ospiterà dal 20 al 22 maggio tutti i parchi che sono insigniti del diploma europeo delle aree protette.
Conservazione e promozione
Il Direttore dell’Ente Parco Andrea Gennai ha poi ricordato che sulla via Pisorno è in corso il taglio degli alberi che incombevano sulla strada: molte istituzioni hanno infatti invitato l’Ente Parco a intervenire per la messa in sicurezza dell’area di proprietà dell’Università di Pisa e in gestione al Parco, effettuando un intervento una tantum che avrà, quale risultato, il ringiovanimento del bosco. Parallelamente, l’Ente Parco sta cercando di valorizzare la sentieristica all’interno della Selva pisana, grazie ai tracciati già esistenti, in modo tale da favorirne una fruizione pienamente ecocompatibile.
All’ordine del giorno dell’agenda del Presidente dell’Ente Parco vi sono anche temi quali le biomasse, per le quali è necessario trovare le modalità tali da permetterne un utilizzo in loco quali fonti di energia, i piani per i prelievi faunistici che sono un impegno ormai costante dell’Ente Parco, e il rilancio, nel 2015, degli interventi per la lotta al Matsucoccus feytaudi.
«Sul Lago di Massaciuccoli – ha ribadito il Presidente del Parco – stiamo invece continuando a portare avanti il nostro impegno per il risanamento del lago, nell’ambito della consolidata strategia regionale; vorremmo poi cercare di individuare nuovi fondi a cui attingere per favorire la riconversione delle coltivazioni agricole, e in questo senso la nuova programmazione comunitaria potrebbe esserci d’aiuto.»