Da Pisa e provincia continuano ad arrivare parole di cordoglio e solidarietà per l’attacco a Charlie Hebdo, in cui hanno perso la vita 12 persone. Parole di condanna sono arrivate in queste ore dal Comune di Calcinaia, dal Centro Culturale Islamico della Valdera e dalla Cigli di Pisa. Bandiere listate a lutto a Calci.
Su Palazzo Gambacorti da questa mattina, accanto alla bandiere a mezz’asta campeggia il cartello “Nous sommes Charlie Hebdo”. In segno dice l’amministrazione comunale per esprimere ” lo sdegno per la strage di Parigi e la solidarietà al lutto della Francia, a difesa sempre della libertà, contro il fanatismo e l’intolleranza”.
A Calcinaia ieri matite alzate: Sindaco, assessori, consiglieri e molti dipendenti hanno afferrato un lapis e un foglio nero con stampate in bianco tre semplici parole, “Io sono Charlie”. Un gesto simbolico per esprimere un dolore profondo e una ferita che ha colpito non solo la Francia. “Nel nostro piccolo – ha detto il sindaco del Comune di Calcinaia Lucia Ciampi – abbiamo voluto manifestare la nostra condanna a tutto ciò che lede la libertà, la democrazia e i valori di convivenza e rispetto reciproco su cui si fonda l’Europa in cui viviamo. In nessun modo la religione può esser strumentalizzata per giustificare la violenza, il conflitto e l’odio, che ne sono la negazione. Lo scambio e il rispetto nella diversità devono essere la nostra bussola. La nostra stessa comunità vede vivere fianco a fianco persone di etnie, culture e religioni diverse: un aspetto a cui guardiamo come un valore aggiunto, una ricchezza da valorizzare”.
Alle parole della prima cittadina si sono unite quelle del consigliere comunale Yassine El Ghlid: “Si tratta di un atto che merita una condanna univoca e decisa da parte di tutti i cittadini, e con ancor più forza da parte di tutto il mondo islamico, a cui chiedo di far sentire la propria voce. Questo per far sì che le persone islamiche non estremiste non debbano patire la pazzia del fanatismo sulla loro pelle e che non si diffonda un clima di tensioni, paura e pregiudizio. L’Islam in cui anche io credo è ciò che più si allontana dall’odio: il Corano vieta a un uomo di uccidere un altro uomo, di qualsiasi religione esso sia. Ciò che è stato fatto a Parigi niente ha a che vedere con l’Islam: non è religione, ma solo terrorismo”.
Dello stesso tono anche la condanna di Azizi Mourad, il responsabile del Centro Culturale Islamico della Valdera che ha sede nel comune di Calcinaia.: “L’attentato terroristico avvenuto contro i vignettisti di Charlie è inaccettabile e disumano – afferma – Non ci sono parole per esprimere l’indignazione verso un simile gesto, che né l’Islam, né alcuna religione potrebbe mai accettare, né giustificare. Il termine ‘Islam’ significa ‘pace’: spero che l’opinione pubblica sappia discernere la nostra religione, che come il cristianesimo e l’ebraismo parla di amicizia e apertura verso l’altro, da ciò che è solo fanatismo e assurdità”.
Orrore è espresso dalla Cgil di Pisa: “L’attacco infame ad un simbolo della libertà di pensiero e di stampa, che già in passato aveva subito attentati, rappresenta in modo tragicamente chiaro come proprio la libertà di espressione e di informazione, incarnati nelle vite di Charbonnier, di Wolinski e del resto della redazione di Charlie, siano i veri nemici di questi assassini.
“Fanatici, esaltati incapaci di vivere e professare le proprie convinzioni in modo pacifico e non violento. Oscurantisti e integralisti che, come nel
caso della strage di Utoya, utilizzano le religioni come strumento per esprimere la paura e l’odio contro chi è diverso da loro.
“Cultori di società chiuse ed arcaiche non riusciranno a farci tornare indietro sul piano democratico, nell’idea di comunità aperte ed inclusive
capaci di accogliere e far coesistere modi di vivere e pensare diversi nel rispetto reciproco e nel rispetto delle leggi a cui tutti, come cittadini/e, siamo tenuti.
“Non consentiremo agli ‘strateghi della paura’ di rovesciare il senso della battaglia libertaria e antiintegralista di Charlie Hebdo, di utilizzare l’onda emotiva di giusto sdegno per la morte di quei campioni della libertà e del libero arbitrio per fomentare odio xenofobo e islamofobico”.
Per questo, conclude la Cigl “Continueremo, da laici, a batterci per una società più giusta ed inclusiva, per una società più libera e democratica: lo dobbiamo a Charb, a Wolinski, a Cabu, a Tignous, a Mustapha Ourrad, a Ahmed Merabet e a tutte le altre persone che per questi ideali hanno sacrificato la loro vita. Lo dobbiamo ai loro familiari e a tutti i cittadini/e francesi che ne hanno condiviso e ne condividono il pensiero”.
A Calci bandiere listate a lutto per partecipare “al dolore che ha colpito il popolo francese per la tragedia causata dal vile attentato terroristico alla redazione del giornale ‘Charlie Ebdo’ a Parigi”.
Tutti per la libertà di satira: assessori, consiglieri, giornalisti…
2013: qualcuno osa prendere per i fondelli un Assessore per la sua politica, e su un quotidiano locale magicamente esce un articolo non firmato pieno di inesattezze a difesa dell’Assessore ferito nell’onore.
Nel frattempo i suoi fan – consiglieri, altri assessori, professori universitari, militanti di partito – scatenavano una canèa d’insulti verso gli autori delle prese pei fondelli, in genere senza manco averle viste – chi ha fede non ha bisogno di vedere per credere. Immancabile l’accusa “fascista!”; una consigliera ebbe a scrivere “l’Assessore è molto turbato” e suscitò più risate delle vignette. Due dei difensori dell’Assessore, quelli spintisi più in là con le offese, cancellarono tutto scusandosi coram populo appena sentirono odor di querela. Intanto l’Assessore si guardò bene dal contattare chi lo prendeva per le mele, sebbene a lui noto: del resto perché dirsi le cose in faccia quando puoi farlo tramite giornali e fan club?
Tutti difensori della satira se non tocca gli amici; stampa libera, ma che scrive inesattezze pur di difendere il potere, senza neanche il buon gusto di firmarsi.
#jesuisincohérent