Per il terzo film firmato da Francesco Rosi VideoteQue ci porta dentro la storia del mafioso italo americano inbterpretato da Gian Maria Volonté

Il terzo film di Francesco Rosi per VideoteQue è Lucky Luciano. Difficile entusiasmarsi come per Le Mani sulla Città. Ho scelto Lucky Luciano perché c’è Gian Maria Volonté e perché è un gangster movie. È del 1973 e Il Padrino di Francis Coppola è del 1972. Ma i due film non potrebbero essere più diversi pur parlando dello stesso argomento: la mafia italo-americana. Mentre il film del regista americano romanza i mafiosi e la loro vita, portando lo spettatore a identificarsi con i membri della famiglia Corleone, il film di Rosi, com’è nel suo stile, rimane molto attaccato alla realtà, a partire dal protagonista, Lucky Luciano, che infatti non è neanche un personaggio di finzione. Francesco Rosi diceva che non voleva proprio che lo spettatore si identificasse con i personaggi, ma che fosse sempre cosciente per capire la verità.

Lucky Luciano è un mafioso italo americano condannato a cinquanta anni di carcere negli Stati Uniti, ma che viene liberato dopo soli nove anni e rispedito in Italia probabilmente per aver aiutato lo sbarco degli alleati in Sicilia. Il film si concentra molto proprio sul rapporto tra mafia italiana e americana e i rispettivi stati. Sconvolgente l’intreccio tra soldati americani e mafiosi locali e italo americani. Insomma, era ed è ancora peggio di quel che si pensa.

Il film non ha una vera e propria linea narrativa e questo me lo ha reso un po’ dispersivo, meno avvincente. L’interpretazione di Gian Maria Volonté è eccezionale; pare che una ex-amante di Lucky Luciano rimase impressionata da come fosse riuscito a imitarlo e si limitò a dire, in napoletano: “È Isso…“.