Da Roma una nota sulla vicenda che ha coinvolto l’Ifc di Pisa, tra difesa d’ufficio, tempi di risposta lunghi, discrezionalità e le molteplici richieste di trasparenza interne all’ente
A una settimana dall’esplosione dello scandalo sulle truffe di cui è rimasto vittima l’Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa, il Cnr nazionale interviene sulla vicenda con un lungo comunicato in cui risponde direttamente e indirettamente ai soggetti che l’hanno chiamato in causa, da Maria Chiara Carrozza ai sindacati dei ricercatori, mentre è in corso un’inchiesta della procura di Pisa e l’ente deve muoversi tra discrezione e richieste pubbliche di trasparenza.
La nota del Cnr si apre con una difesa dell’autonomia degli istituti: “In un Ente articolato sul piano territoriale e disciplinare come il CNR, l’autonomia degli Istituti è una necessità organizzativa, oltre che un valore da difendere, che poggia sulla responsabilità scientifica e manageriale dei rispettivi direttori. Resta fermo, sul piano amministrativo, il ruolo di controllo dell’amministrazione centrale che, nel caso dell’IFC, si è espresso sin dalla verifica eseguita ad aprile 2014 e che, con la denuncia tempestivamente presentata dal nuovo direttore di Istituto, dott. Giorgio Iervasi, ha consentito di far emergere le anomalie ora all’attenzione delle autorità competenti”.
“L’Internal audit – si legge – e il procedimento disciplinare avviati dal CNR sono in corso, come pure gli accertamenti relativi alla regolarità amministrativa e sostanziale dei progetti, pur se con le inevitabili difficoltà dovute ai sequestri operati su richiesta della magistratura. Sono inoltre al vaglio degli uffici centrali le situazioni contabili e operative dei progetti dell’Istituto, del quale l’Ente conferma la piena garanzia delle attività ordinarie e straordinarie, inclusa la retribuzione del personale che ha subito solo un ritardo”.
Il Cnr ribadisce “di attendere con fiducia la valutazione delle autorità competenti in merito a una vicenda nella quale è, con i suoi ricercatori e dipendenti, parte lesa. E, coerentemente, mantiene una linea di riserbo, che si riconosce nelle sole comunicazioni diffuse ufficialmente”.
Ieri intanto il deputato Pd ed ex ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha incontrato i ricercatori di Ifc, che vivono con sofferenza questa situazione in cui sono parte lesa e sulla quale l’istituto mantiene il silenzio ufficiale. “Un incontro informale – scrive Carrozza su Facebook – come ne faccio spesso sia pubblicamente che privatamente nel mio ufficio o presso la sede del PD”. “La preoccupazione che mi è stata espressa a più riprese – si legge nel post – è che l’immagine scientifica e il prestigio dell’Istituto venga presto ristabilito, e che tutto proceda velocemente verso la normalità. Esiste anche una forte preoccupazione per gli assegnisti di ricerca e il personale precario, perché questa situazione rappresenta una minaccia per tutti coloro che hanno contratti sui fondi di ricerca”. Carrozza spiega che non avanzerà un’interrogazione parlamentare sulla vicenda: “ho anche avuto rassicurazioni dalla Presidenza del CNR, in cui ho la massima fiducia, che si sta procedendo con attenzione e cautela a fare chiarezza, e so che il MIUR è coinvolto marginalmente in queste vicende locali, agendo soltanto da ente vigilante. Se il CNR riesce ad affrontare questa situazione, non credo che sia necessario un intervento del governo”.
“Si difende”? Non possono indagare perché la documentazione è posta sotto sequestro, non possono fare dichiarazioni sulla specifica vicenda perché c’è una indagine in corso. Avete sbagliato il titolo, questa non è una difesa ma una dichiarazione di resa: l’unico controllo sull’attività amministrativa dell’istituto lo farà, a posteriori e dopo la denuncia del nuovo direttore, la magistratura.
Chi è il secondo indagato per questa vicenda? E’ un nome che la stampa ancora non conosce oppure pensate sia opportuno mantenerlo ancora segreto?