Dopo un’assemblea convocata dal personale atipico dell’IFC, un gruppo di precari sostenuti dal sindacato di base prende la parola sulla vicenda, chiedendo risposte certe sulle intenzioni dell’ente
Si firmano Precari USB IFC-CNR, ed è la prima volta che dal Cnr, dopo lo scandalo che ha travolto l’istituto di fisiologia clinica, si sollevano voci di dissenso rispetto all’operato dell’amministrazione, sia pisana che centrale. Voci che arrivano proprio tra il personale “atipico”, quello che più di ogni altro sta pagando le conseguenze dell’inchiesta per truffa e che ora chiede chiarezza per il proprio futuro. Ad appoggiarle il sindacato di base Usb, mentre dalle sigle confederali non è stata presa alcuna posizione al riguardo.
Ci sono già i primi contratti scaduti, a cui il CNR ha concesso una proroga fino a fine aprile. Oltre quella data, non si sa cosa accadrà
“Con il 31 marzo sono scaduti molti dei nostri contratti”, spiegano, “ma nessuna comunicazione ufficiale è stata diffusa da parte dell’Ente. Nonostante le continue richieste inoltrate, solo nella tarda serata del 31 marzo alcuni di noi hanno ricevuto comunicazione verbale di una proroga di trenta giorni del proprio contratto”.
Motivano quindi le ragioni delle loro richieste pubbliche: “Seppur nella totale incertezza, fino ad ora abbiamo compreso ed atteso, confidando che venisse elaborata una strategia. Ma la macchina degli accertamenti sui fondi pare molto lenta, forse perché non è ancora chiaro da parte dell’Ente come poter risolvere la situazione? Se anche a breve termine verranno pagati tutti i compensi arretrati, che cosa ci dobbiamo aspettare per quelli futuri? E trascorsi i trenta giorni relativi a quest’ultima proroga contrattuale, cosa ci attende il 30 aprile? Dovremo di nuovo chiedere insistentemente informazioni, per sapere se ci verrà concessa un’ulteriore proroga di trenta giorni? Le risposte a questi interrogativi sono ormai urgenti poiché, come tutti, affrontiamo spese importanti quali affitti/mutui, bollette, rette scolastiche dei nostri figli”.
E proprio sul futuro, sulla domanda ‘come l’ente intende rientrare del buco creatosi”, domanda alla quale il Cnr non ha risposto, i precari affermano: “Non possiamo accettare che attraverso il piano di rientro finanziario, il grave illecito commesso venga sanato tramite una strategia di tagli al personale“.
“Non è accettabile che noi precari”, dicono, “spesso con un’“anzianità di servizio” che va oltre i 10 anni – paghiamo oggi il prezzo degli illeciti commessi e di un sistema di controllo inefficace. Non possiamo altresì continuare a tacere di fronte alle non-risposte: “aspettate”, “la situazione è delicata”, “i contratti forse si rinnoveranno di mese in mese”. Ribadiamo che, ricevere lo stipendio con grave ritardo è inaccettabile così come continuare a lavorare in assenza di ufficialità sui rinnovi di contratto”.
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c.c.