MENU

Chiofalo replica all’azione di Manif pour tous: “La difesa della famiglia tradizionale non ha senso”

chiofalo

Nell’ambito della presentazione del “Marzo delle Donne”, l’assessore Marilù Chiofalo replica alle polemiche degli scorsi giorni nate dal percorso “Educare alle differenze”, che punta a promuovere una cultura dei diritti e combattere gli stereotipi di genere


“Mi piacerebbe capire anche che cos’è questa ideologia gender di cui mi hanno chiesto conto alcuni genitori tramite mail dopo aver letto alcuni articoli su un giornale locale. Io non so proprio cosa sia”. Con un po’ di sorriso l’assessora alle pari opportunità del Comune di Pisa Marilù Chiofalo replica all’attacco uscito negli scorsi giorni su un giornale cittadino a seguito dell’assemblea “Educare alle differenze”, promossa tra gli altri anche dal Comune di Pisa.

“Un’iniziativa riservata agli adulti e nata su richiesta dei comuni della zona educativa pisana”, ha spiegato, “che dal 2008 lavorano nelle scuole per combattere gli stereotipi di genere. Si tratta del primo passo di un percorso che porteremo avanti e che punta a promuovere l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, di cui c’è bisogno visti, tra gli altri, i dati sulla violenza sulle donne. Ne siamo fermamente convinti, al di là delle polemiche”.

“Il nostro non è un paese per le differenze – ha aggiunto Chiofalo – ed è strano perché siamo un crocevia di culture che però non riesce a esprimere una cultura delle differenze rispettosa e propositiva”. L’assessora ha voluto rispondere così anche all’azione di Manif pour tous, che lo scorso sabato mattina ha posto uno striscione di 600 mq in piazza dei Miracoli per celebrare la “famiglia tradizionale”.

“Non mi pare si possa fare distinzione fra famiglie tradizionali e non, ma tra famiglie che funzionano e famiglie che non funzionano. In questo senso, di famiglie cosiddette “tradizionali” che non funzionano ne conosco moltissime. D’altronde – ha concluso – Chi non ha nel proprio Dna la curiosità per ciò che è altro da sé, non potrà mai agire e operare in modo rispettoso delle differenze”.

Anche Lorella Zanini Ciambotti, vice presidente della Casa della Donna, ha ribadito il concetto: “Sono uscite notizie fuorvianti: ad oggi l’unico evento promosso è stato l’assemblea di cui sopra. Nessun intervento che riguardasse i bambini o spiegazioni sull’omosessualità a scuola, ma un primo momento di raccolta delle informazioni e dei bisogni”.

c.c.

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 2 marzo 2015

Argomenti: Pisa, Politica, Sociale

Visto da: 3046 persone

, ,

Post relativi

18 risposte a: Chiofalo replica all’azione di Manif pour tous: “La difesa della famiglia tradizionale non ha senso”

  1. avatar Simone scrive:

    “punta a promuovere l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, di cui c’è bisogno visti, tra gli altri, i dati sulla violenza sulle donne.”
    Che nella scuola ci sia bisogno di questo e che questo sia per combattere la violenza sulle donne mi sembra uno specchio per le allodole.
    In realtà oggi si assiste sempre più (anche per questa accelerazione data da questi corsi) ad una ipersessualizzazione nella scuola soprattutto primaria, con una sessualizzazione sempre più precoce, che introduce un uso distorto della sessualità visto che i fenomeni di scambio di immagini porno oramai avvengono anche alle elementari.
    Il problema è invece restituire alla sessualià il giusto significato senza svenderla o considerarla un puro atto meccanico.
    Solo così si raggiungerà il vero rispetto delle donne e si combatterà la violenza.

    • avatar Beppe scrive:

      Bene, vedo che nonostante l’incipit iniziale sei d’accordo con l’iniziativa.

    • avatar Odell Deefus scrive:

      I casi di scambio di immagini porno alle elementari sono casi di sfruttamento di minori e abuso, se non pedofilia. Anziché gridare all’orco sul web, La invito caldissimamente a denunciare gli episodi a lei noti, senza censura alcuna.

      Tuttavia, proprio perché non possiamo vigilare su ogni momento dell’infanzia e soprattutto dell’adolescenza, e sperando di educare figli e figlie autonome, consapevoli e responsabili, è opportuno dar loro quanto prima tutti gli strumenti idonei a muoversi in un mondo in cui le fonti informative e paraeducative si moltiplicano giorno dopo giorno. Finché la scuola ha un briciolo di autorevolezza potrà essere il luogo in cui trasmettere metodi e conoscenze che consentano alle nuove generazioni di capire cosa succede intorno a loro, e soprattutto di capire chi usa la sessualità, come e con quali intenzioni – comprensione importante per prevenire la violenza, fisica e non.
      Diversamente, daremo presto per scontati tutti i fenomeni di svuotamento di significato della sessualità, accettando la polarizzazione tra preziosismi riproduttivi e quotazioni merceologiche, senza più alcuna intimità né godimento.

      • avatar Simone scrive:

        Non c’entra niente la pedofilia, sono i ragazzi stessi che se le scambiano, immagini fatte da loro e di loro!
        Questa educazione sessuale che si vuole far partire fin dall’asilo è solamente una strumentalizzazione del sesso indotta dagli adulti.
        E comunque gli ultimi a decidere sono sempre i genitori come recita la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Art.26 Comma 3
        “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro figli.”

        • avatar Chester777 scrive:

          Mi dispiace contestare le sue affermazioni, per esperienza diretta. L’educazione sessuale a scuola NON è la causa di questa, chiamiamola, curiosità morbosa dei bambini verso le immagini porno (che peraltro è sempre esistita, solo che era più difficile procurarsele), ma è al contrario proprio un modo di ricondurre questi argomenti ad una dimensione più naturale, a restituire (come dice lei molto correttamente) alla sessualità il giusto significato. Quando mia figlia era in quarta elementare, si presentò esattamente in caso di suo compagni maschi che giravano nei siti porno; un giorno uno chiese alla maestra in classe “cos’è un bocchino”; la maestra si trovò senza la possibilità semantica di affrontare l’argomento, e da lì nacque la necessità di affrontare un percorso di educazione all’affettività, in modo da dare alle insegnanti il vocabolario, gli strumenti per affrontare degli argomenti così spinosi in classe.

  2. avatar Stefano scrive:

    All’assessore farei leggere la costituzione:

    “Art. 29.
    La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
    Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.
    Art. 30.
    È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.”

    E sancisce quindi che la famiglia NATURALE esiste di per sé e che i genitori hanno il compito di educari i figli, non le istituzioni.
    Visto che PD è sempre in prima linea a sbandierare la costituzione lo faccia anche con la famiglia

  3. avatar Stefano scrive:

    PS: sul Garzanti la parola assessora non esiste!!!

  4. avatar Stefano scrive:

    Complimenti per non aver pubblicato i miei due commenti su questo articolo e su quello dell’assessore Chiofalo. Chiaro segno di democrazia, nel senso inteso da PD e sinistra in genere. La democrazia è quando si pensa come comandano loro.

    • avatar Redazione scrive:

      Come può vedere stamani abbiamo pubblicato i suoi commenti. La redazione, composta da tre persone, non è attiva 24 ore su 24

      • avatar Stefano scrive:

        Mi scuso, ma avevo visto che il messaggio di Simone delle 20.24 era comparso, mentre il mio delle 19.39 no.
        Codiali saluti

  5. avatar laura scrive:

    chiofalo quando non ci sarano più bambini che farai??

  6. avatar Daniele scrive:

    All’educazione sessuale dei figli ci devono pensare i genitori e non la scuola. I libretti con immagini sessuali spinte possono tranquillamente usarli per tappezzare il loro ufficio, o farci qualunque altra attività d’igiene personale

  7. avatar Garrison scrive:

    Che il bandierone dell’associazione La Manif Pour Tous rappresenti la “famiglia tradizionale” è una curiosa novità. Sarebbe interessante chiedere all’assessore dove abbia reperito quest’informazione, totalmente inventata. Probabilmente la domanda sarebbe da girare alla redazione di PaginaQ.

    Cara Redazione, la Manif aveva pubblicato un preciso comunicato stampa per accompagnare l’esposizione del bandierone, dove la parola “tradizionale” NON ERA PRESENTE. Perché l’avete slealmente aggiunta, tra l’altro inserendola TRA VIRGOLETTE? Per indottrinare i vostri lettori?

    Perché questa paura di riportare le parole esatte?

  8. avatar Francesco scrive:

    #MASTICAZZI non lo vogliamo dire?
    Perché ognuno non si occupa delle cosine sue e lascia vivere gli altri come vogliono?
    Se siete contrari ai matrimoni gay, non sposatevi con una persona del vostro stesso sesso. Fine.
    E smettetela di diffondere notizie allarmistiche e false su “propaganda omosessuale” o presunti mantrugiamenti di pipini in classe: semplicemente ai bimbi viene insegnato che esiste il fatto che si provi attrazione per gli altri, che qualcuno prova attrazione per il suo stesso sesso, che non c’è da vergognarsene e che non si devono discriminare queste persone.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.