La Filt-Cgil, Fit-Cisl e Faisa/Cisal preannunciano una serie di scioperi contro Ctt nord, per il peggioramento delle condizioni di lavoro e per la scelta del consorzio Mobit, di cui Ctt fa parte, di ricorrere al Tar contro la gara regionale
Le Segreterie Provinciali di Pisa della FILT/Cgil – FIT/Cisl e FAISA/Cisal, contestano ancora una volta l’operato della Compagnia Toscana Trasporti Nord Srl per il comportamento tenuto in merito alla situazione della gara regionale per l’assegnazione del servizio di Trasporto Pubblico Locale. In particolare i sindacati contestano la scelta del consorzio Mobit, che riunisce le aziende partecipate del trasporto pubblico e partecipa alla gara, di aver fatto ricorso al Tar contro la gara stessa.
“Ci sembra inverosimile – scrivono – dover assistere a situazioni di contenzioso giuridico contro la Regione Toscana portata dalla CTT Nord che è e rimane pur sempre un’azienda con il 60% di capitale pubblico”.
“Le cause istruite contro la Regione Toscana”, affermano, sarebbero solo “per difendere gli interessi delle aziende private che fanno parte del Consorzio Mobit, consorzio che dovrebbe partecipare alla gara regionale per conto di tutte le Aziende pubbliche Toscane”.
“Abbiamo l’impressione – aggiungono – che le aziende private come CAP, BusItalia e le altre che fanno parte di Mobit, pensino solo a difendere i propri interessi privatistici e di ciò si fanno scudo facendo intervenire le aziende pubbliche che guarda caso promuovono cause costosissime contro la stessa Regione Toscana che ha avuto l’assenso di poter mettere a gara in un solo lotto regionale, tutto il servizio di proprietà dei comuni che sono i proprietari delle stesse aziende. Ci sembra che qualcosa non torni, i Comuni che sono i proprietari di CTT Nord, di Tiemme, di Copit, fanno causa contro se stessi?”
A pagare avvocati e spese legali saranno i cittadini dei comuni proprietari delle stesse aziende, fanno notare i sindacati, che denunciano contestualmente il fatto che in questo scenario viene gettata via “l’efficienza dimostrata negli ultimi 15 anni dalla ex azienda CPT e dagli Enti Locali della Provincia di Pisa”. Efficienza che si sarebbe tradotta in un aumento degli utili dell’azienda, della produttività, del raggiungimento del 35% dei proventi dai titoli di viaggio.
“Oggi le scelte della CTT Nord sul territorio pisano – aggiungono – sono quelle di acquistare autobus urbani che hanno solo 2 porte, una per salire e una per scendere e già questo comporterà un peggioramento del servizio e di un aumento dei tempi di percorrenza che provocherà aumenti di costi, tutto questo perché contrariamente a quanto si faceva in passato non sono stati ascoltati chi su quei mezzi ci deve lavorare”.
I lavoratori della ex CPT, dicono ancora i sindacati, “si sono ritrovati nella situazione di vedersi peggiorare le situazioni lavorative e un drastico taglio dello stipendio e della perdita di conquiste sociali, come il CRAL e la Cassina Assistenziale Aziendale, frutto di quelle lotte che i lavoratori hanno sostenuto oltre 35 anni fa”.
Per queste ragioni le organizzazioni sindacali hanno aperto lo stato di agitazione “contro la CTT Nord per tutte quelle situazioni che abbiamo sopra denunciato e per una situazione di assoluta indifferenza nei nostri confronti”. I sindacati infatti “hanno chiesto solo di poter partecipare alla discussione della nuova organizzazione aziendale e di dare un contributo propositivo, come sempre in passato è stato dato, affinché non si facciano gli errori fatti in altri territori”.
Le Filt, Fit e Faisa annunciano infine che, “dopo l’ultimo tentativo di ricomporre la vertenza aziendale di fronte al Prefetto di Pisa, proclameranno una serie di scioperi di tutto il personale CTT Nord, contro questi dirigenti aziendali che sono venuti a colonizzare un territorio produttivo per poi lasciarlo arido di ogni risorsa”.