Il direttore del Cnr Paolo Annunziato a Pisa per incontrare i dipendenti e assicura: “Entro giugno 2015 sbloccheremo il bilancio”. Ma per alcuni progetti potrebbe essere troppo tardi
È durato oltre un’ora l’incontro tra il direttore generale del Cnr Paolo Annunziato e i dipendenti dell’istituto di Fisiologia Clinica che si è tenuto giovedì all’interno dell’Area della ricerca.
Un incontro particolarmente delicato e per questo blindato: giornalisti tenuti alla larga, doppio controllo del badge per accedere alla sala e domande da inviare per mail con ragionevole anticipo. Annunziato ha confermato il commissariamento dell’attività amministrativa, sulla quale cerca di far luce una commissione creata ad hoc, ed il congelamento della contabilità relativa al 2014, assicurando che l’ente ha stanziato i fondi necessari al proseguimento delle attività dell’Ifc – 800mila euro ad oggi – messo in ginocchio dal buco di bilancio emerso recentemente sul quale adesso indaga la Procura di Pisa.
“In questa fase la verifica della contabilità Ifc 2014 e 2015 sarà condotta congiuntamente dall’amministrazione centrale di concerto con le strutture di Istituto”, ha infatti detto.
Annunziato ha parlato davanti ad oltre 100 persone tra ricercatori e personale di supporto, dicendo che insieme al direttore Iervasi sarà necessario fare un’attenta analisi delle priorità e delle urgenze rispetto alle attività finanziate con i residui di bilancio del 2014.
“Inevitabilmente, le anomalie riscontrate nella contabilità dell’Istituto e le indagini in corso da parte della magistratura impongono la massima cautela e l’attenta verifica delle situazioni sostanziali e finanziarie dei progetti di ricerca”, si legge nella nota inviata, “ma l’obiettivo comune è quello di assicurare il proseguimento di tutti i progetti ‘sani’, che sono relativi ad attività scientifiche di grande rilievo”.
“Sarà cura dell’Ente stabilire l’ordine di priorità delle diverse e numerose esigenze poste in ordine alla prosecuzione delle attività e provvedere nei tempi più rapidi possibili, laddove necessario con provvedimenti d’urgenza, di concerto con il direttore dell’Istituto, dott. Giorgio Iervasi, che il dg ha ringraziato per il ruolo svolto nel denunciare tempestivamente le anomalie riscontrate e nel gestire l’attuale situazione.
Mentre proseguono le indagini in corso da parte dell’Internal audit e dell’Ufficio provvedimenti disciplinari, su cui Annunziato ha mantenuto totale riserbo, è stato assicurato lo sblocco dei pagamenti relativi ai contratti atipici che erano rimasti congelati, senza però fornire una data precisa, ed il dg ha annunciato che presto partirà anche un’indagine della Corte dei conti.
Anninziato ha poi ribadito che compito dell’ente è quello di assicurare il funzionamento di IFC, che quella che stanno vivendo tutti è “un’esperienza traumatica”, e che la volontà è quella di difendere l’immagine dell’istituto e del Cnr.
Rispetto alle falle nel sistema dei controlli, che avrebbero permesso a Marco Borbotti di mettere a bilancio finanziamenti rivelatisi poi inesigibili, Annunziato ha assicurato che il meccanismo esiste e funziona, che “certamente si può fare di più ed ulteriori misure per verifiche continue e articolate sono allo studio”.
Se rispetto alla procedura di verifica ad opera dell’apposita commissione insediata a Roma – che per dare l’ok allo sblocco del bilancio dovrà attendere gli sviluppi delle indagini della Procura, visto che i libri contabili sono stati sequestrati – sono pochi i dubbi sollevati dai dipendenti dell’Ifc, a destare maggiori preoccupazioni sono le tempistiche.
Quelle ventilate da Annunziato, che ha parlato di giugno 2015 come data verosimile per il termine dei lavori della commissione, sono considerate molto lunghe dai ricercatori, che hanno sollevato la difficoltà nel coniugare i tempi della ricerca con quelli della rendicontazione e della situazione contabile dell’istituto. Molti devono infatti presentare report sull’andamento delle ricerche e puntuali rendicontazioni delle spese effettuate: se i conti però sono bloccati il rischio è di dare l’impressione che le attività siano ferme, e quindi le timeline non rispettate.
Un rischio concreto che unito al mancato stipendio dall’inizio dell’anno, per una 30ina di persone, ha lasciato l’amaro in bocca a tanti dipendenti presenti.