Una donna di oltre 40 anni è stata fermata sabato sera dai Carabinieri dopo una lite in viale Gramsci con un’altra donna. All’arrivo dei militari è andata in escandescenze, e dopo urla e schiaffi viene portata in ospedale
Denunciata per i reati di violenza, resistenza, lesioni e minaccia a pubblico ufficiale, oltraggio ed ubriachezza molesta. Nei guai una donna del ’68, che si è trovata di fronte ai Carabinieri dopo una lite con un’altra donna, del ’76 e un esercente pubblico, in viale Gramsci, nel quartiere stazione.
Nella tarda serata di sabato, una richiesta di intervento è arrivata al 112. Giunti sul posto, i quattro Carabinieri cercano di calmare gli animi e provvedono all’identificazione delle due donne, entrambe molto ubriache e probabilmente sotto effetto di sostanze. La più giovane alla vista dei Carabinieri si calma subito e viene fatta allontanare al termine dell’identificazione.
L’altra, una donna italiana già conosciuta ai militari, non vuole saperne di controlli. In banca dati emerge un rintraccio per la notifica di un atto: la donna deve essere portata in caserma ma lei si rifiuta. Inizia a offendere pesantemente i militari che prima cercano di persuaderla ad entrare nell’autovettura, poi vi provvedono di forza.
In auto, dicono i carabinieri, la donna, nonostante sia ammanettata, inizia ad andare completamente in escandescenza, dando testate alle protezioni in plastica e rendendo necessario far salire un collega nella parte posteriore dell’auto.
All’arrivo in caserma vengono tolte le manette ma la donna non ha finito: sferra un violento schiaffo ad un collega procurandogli alcune ecchimosi (sarà poi refertato al pronto soccorso) e inizia nuovamente a dimenarsi, offendere e scalciare. Nuovamente resa inoffensiva, è reso necessario l’intervento di una autoambulanza perché in preda ad una crisi, dice di accusare un malore.
Accompagnata al pronto soccorso, offenderà pesantemente anche li i medici, ritenuti a suo dire incapaci perfino di pare una puntura: pretende addirittura di provvedere direttamente all’iniezione, in quanto, dice “mi faccio da quando avevo dodici anni e quindi sono capace”. Solo dopo un’ora si addormenta.
I carabinieri nel frattempo, scrivono il verbale di arresto per resistenza. Il pubblico ministero di turno, dispone per l’arrestata l’immediata liberazione ai sensi dell’art. 121 del codice di procedura
penale, non ritenendo di dover adottare nessuna misura cautelare.
In America si chiama “Pussypass” in Italia lo possiamo chiamare privilegio di genere, riservato “ovviamente” solo alle donne. Sè un oltraggio e schiaffo ad un pubblico Ufficiale l’avesse fatto un Uomo, l’avrebbero chiuso in gabbia in attesa di convalida del fermo per direttissima ( in America probabile che lo sparavano al momento, ma questa e un’altra triste follia) , altro che cure mediche in ospedale. Di queste striscianti DISCRIMINAZIONI se ne vediamo troppe ormai. E’ ora che la giustizia e la società si svegli e rispetti i diritti e i doveri di tutti in egual misura, SENZA DISTINZIONE DI GENERE, RAZZA o RELIGIONE.