Solidarietà ai lavoratori arriva dai dipendenti della Città del Teatro di Cascina e dai Cobas che domenica si sono uniti al presidio
Solidarietà ai lavori del Mercatone Uno arriva dai Cobas di Pisa e dai lavoratori della Città del Teatro di Cascina. Mentre l‘incontro previsto per il primo aprile al Ministero dello sviluppo economico è stato rinviato, prosegue lo sciopero dei lavoratori e il presidio permanente a cui domenica 30 marzo si è unita una rappresentanza del personale del teatro di Cascina e dei Cobas lavoro privato.
“La crisi del territorio – sottolineano i Cobas – è legata al tracollo del mobile e alla chiusura di tanti laboratori artigianali. Una crisi economica e sociale confermata dalla morosità incolpevole di numerose famiglie senza più’ alcuna fonte di reddito e impossibilitate a pagare i canoni di locazione. Il territorio di Cascina subisce la perdita di fatturato e di occupazione della manifattura artigianale, basta vedere i dati della Camera di Commercio secondo cui nel 2014 il fatturato è calato dell’8%, gli addetti del 2,2% imprese -1,1%. Ma i dati ancora più’ preoccupanti sono alla voce degli investimenti che riguarda solo 8 aziende su 100″.
i contratti precari è forse tra le cause della chiusura di due ipermercati nell’arco di un biennio?
Quello di Navacchio scrivono ancora i Cobas “era un punto vendita in salute con un fatturato in costante crescita. Oggi metà dei punti vendita stanno per essere chiusi e la sola speranza è quella di conquistare degli ammortizzatori sociali”.
Mercatone Uno e Città del Teatro sono, è vero, due situazione diverse ma, scrive il sindacato di base “tra loro vicine in un territorio che ha bisogno di rilanciare l’occupazione e di un adeguato piano di investimenti”.
“La cultura e il teatro dovrebbero essere un trampolino di lancio per tutto il territorio di Cascina, per trasformare l’area della fondazione Sipario in un grande laboratorio ove costruire scenografie in sinergia con il teatro Verdi di Pisa e gli altri teatri toscani
Al sindaco Antonelli chiediamo di farsi promotore di questa richiesta e di vigilare perché l’area di Mercatone Uno non sia oggetto di mire speculative una volta licenziati i lavoratori”.