Il Dottor Monge alla seconda sortita della sua ricerca di tutto ciò che è videogioco a Pisa
Accompagnato anche stavolta da Seguogatti, ho deciso d’intervistare il terzetto di loschi figuri che pubblica applicativi da intrattenimento con il nome di HungryPixel’s Ludiqa. Concedendosi quindi alla telecamera con studiata disinvoltura – e testimone ne è il filmato – Marco Lorenzini, Paolo Cioni e Pietro Curzio, rispettivamente programmatore, grafico e collaudatore, ci raccontano i dodici mesi passati a sviluppare.
Questi iniziano con Marco che converte il suo blog di recensioni in un cortile, dove possano razzolare una decina di suoi giochi in Flash, disponibili su www.pixelbugiardo.it. Ecco allora presentarsi Paolo a sollevare il giovane dal peso della grafica: dapprima provano a basarsi su disegni veri e propri, poi per motivi di tempo e riconoscibilità ripiegano sulla pixel art. Il processo che fa scaturire i giochi stessi, tra ideazione e scelta del profilo grafico, diviene ben presto un palleggio tra i due. Ogni gioco, per piccino che sembri, richiede a Marco tra le duecento e le trecento ore di lavoro.
E Pietro? Pietro viene indicato quando, durante l’intervista, si pronuncia la parola “immediatezza”. Con l’approdo sui dispositivi mobili, infatti, il trio ha scelto di sfornare giochi da controllare mediante un dito solo (ovverosia one touch, nel gergo di noialtri convertiti). La coordinazione occhiomano di Pietro è il banco di prova di cotanta semplicità. Altri – supponiamo ignari – amici del gruppo, assieme ad episodi di vita vissuta, forniscono il frullato d’ispirazioni che, opportunamente trasfigurate, diventano storie e svolgimenti dei giochi.
Una certa loro iconoclastia gli ha provocato noie nel recente passato: il protagonista di Tom in a Pipe è un similMario in mutande di cui controlliamo il tragitto fognario. Ma in origine il gioco si chiamava Nude in a Tube, e nessun capo di biancheria occultava la visione del pisello dell’eroe, lungo ben due pixel rosa. L’inno al nudo maschile nel titolo e nelle pudenda ha fatto sì che da Google giungessero un paio di denunce per diffusione di materiale pornografico, e qui Marco racconta la penosa notte passata a chattare in inglese con l’avvocato del moloch informatico, che non riesce manco a dirgli cosa di preciso nel gioco offenda la morale. La versione adamiticamente corretta è oggi preservata sul sito del gruppo.
La criptica mitologia che affiora qua e là in questi giochi, l’avrete capito, mi stuzzica oltremodo, e del resto sono qui a tampinarli anche per saperne di più. Da solo, ad esempio, difficilmente avrei scoperto che l’acquedotto mediceo se ne scorre nel bello sullo sfondo del loro nuovissimo Old Kupa, appena uscito su Android. Marco, Paolo e Pietro promettono anche un gioco di ruolo ambientato a Pisa, che riunirà alcuni degli elementi apparsi in precedenza nelle loro produzioni. Il fatto che ognuna di queste appartenga a un diverso genere non è, poi, solo un esercizio: gli HungryPixel’s Ludiqa si propongono anche come sviluppatori su commissione per eventi e manifestazioni, e un repertorio semplice ma nutrito di giochi immediati è, va da sé, il miglior biglietto da visita.