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Tratto dal graphic novel Il blu è un colore caldo di Julie Maroh, il film del regista di origini tunisine Abdellatif Kechiche – autore dell’acclamato Cous Cous – non è passato inosservato
Con La vita di Adele nel 2013 Kechiche si è portato a casa la Palma d’Oro a Cannes; nella stessa edizione del festival anche le due attrici protagoniste, Léa Seydoux e Adele Exarchopoulos, sono state premiate ex equo per la migliore interpretazione femminile.
Del film, quando è uscito nelle sale, si è parlato tanto tanto tanto, soprattutto delle scene di sesso, che sono tante, lunghe e insistenti. Ah, e tra due donne: questa penso sia la novità maggiore. I due corpi sono indubbiamente molto belli, praticamente dei quadri – e Emma, una della protagoniste, guarda caso è una pittrice – ma anch’io mi sono chiesta se erano necessari al film, alla storia. Non so rispondere, perché la storia d’amore tra Emma e Adele è molto passionale e molto fisica, ma forse non era necessario essere così espliciti.
Per il resto ho trovato il film molto bello, grazie soprattutto al personaggio di Adele e all’interpretazione della giovane Exarchopoulos. Adele è verissima, è la ragazza che incontri per la strada, la tua compagna di scuola; e anche la sua famiglia, la sua casa, i suoi amici, sono quelli che hai avuto anche te o che hai frequentato. Emma, risulta più costruita, meno naturale; viene da un ambiente più intellettuale, artistico, ma è veramente così l’ambiente intellettuale, artistico?
Il film accenna a questa differenza sociale, ma lo mostra e basta, non trae conclusioni. Personalmente, l’ambiente di Adele mi è piaciuto molto di più.
Altro tema trattato è il cibo e anche qui si nota la differenza di classe: da Emma si mangiano ostriche, frutti di mare e vino bianco, mentre a casa di Adele una bella pastasciutta e vino rosso. A Adele piace cucinare, è più terrena; Emma parla di filosofia.
Abdellatif Kechiche è una grande maestro. Non amai particolarmente Cous cous perché non apprezzo molto i film troppo realisti, con gli attori non professionisti, che non recitano, con un uso eccessivo della camera “a mano”. La vita di Adele ha il pregio di mantenere un’incredibile naturalità insieme a una grande cura della fotografia, delle luci, dei primissimi piani.
Il tema del mese di maggio ho deciso di intitolarlo semplicemente “Donne”, non so ancora se saranno tutti film che raccontano storie d’amore tra due donne, come questo e il precedente.