Finanziata dalla Fondazione Pisa, ricostruisce virtualmente il polittico del Carmine di Masaccio, smembrato e diviso in diversi musei del mondo. Da una settimana affianca la tavola presente al Museo di San Matteo
Una struttura in metallo e rete trasparente, con schermo touch screen, finanziata dalla Fondazione Pisa con circa 30 mila euro: un investimento che ha permesso anche di installare nel braccio opposto della galleria uno schermo ad alta risoluzione che mostra i particolari dei dipinti del polittico di Masaccio, realizzato intorno al 1425 per la chiesa del Carmine.
Realizzato con la collaborazione di Memosine, spin off del Sant’Anna, dello studio di allestimento Acme04 e con la consulenza scientifica di Linda Piasani, il supporto multimediale permette di visualizzare la ricostruzione virtuale del polittico. L’opera del Masaccio è smembrata e divisa tra diversi musei sparsi per il mondo: oltre che al museo di San Matteo – dove si trova un pannello raffigurante San Paolo – parti del dipinto sono al Museo nazionale di Capodimonte di Napoli, alla National Gallery di Londra, alla Gemäldegalerie di Berlino e al Paul Getty Museum di Los Angeles.
Accanto a questa sezione del museo, nella quale è possibile conoscere l’evoluzione degli studi sulla sua ricostruzione e sulle diverse ipotesi che si sono susseguite rispetto alle vicende che hanno portato allo smembramento del quadro, il supporto permette anche di avere informazioni sugli aspetti storico artistici del polittico, sull’opera di Masaccio e sulle novità che la sua pittura ha introdotto.
Ecco allora che il menù consente un viaggio virtuale per scoprire informazioni sulla vita dell’artista, sulle sue innovazioni, sulla cifra e la storia del Polittico di Pisa e della sua dispersione.
Il visitatore può così contestualizzare il frammento del polittico raffigurante San Paolo: “uno strumento”, sottolinea il direttore del museo Dario Matteoni, “con un forte aspetto didascalico, che per le scuole per esempio, può essere uno strumento molto importante”.
L’allestimento, curato dall’architetto Alessandra Diligenti Fossa, gioca sul contrasto fra la leggerezza della struttura che ospita lo schermo trasparente, che rimanda all’immaterialità della ricostruzione multimediale, e il pannello in corten che costituisce il fondo della tavola del San Paolo.
“La trasparenza della struttura – spiega Dario Matteoni – vuole mostrare anche il meccanismo di funzionamento dell’installazione, mentre la superficie retrostante il San Paolo, che assume un aspetto definitivo anche se è ovviamente reversibile, vuole mettere in evidenza l’opera”.
“Rifuggo – prosegue Matteoni – certi manierismi di allestimento: quando si inseriscono novità, anche provocatorie, è necessario usare linguaggi che riducano al minimo l’invasività”.
In una prospettiva di lungo termine l’intenzione è quella di utilizzare questa installazione multimediale anche per altre opere conservate nel museo: “L’idea finale è di accompagnare il visitatore in percorsi immersivi nella storia di questi oggetti”.
Lo stesso ragionamento vale anche per il grande schermo ad alta risoluzione che fronteggia l’installazione e che ora propone una sorta di ripasso visivo del polittico del Carmine attraverso i dettagli, e che in futuro potrebbe proporre una sorta di percorso riassuntivo “attraverso dettagli accattivanti” del percorso museale.
Il 16 maggio, in occasione della Notte dei Musei, San Matteo proporrà visite specifiche a questa esposizione – installazione, poi il San Paolo partirà alla volta di Milano, dove il 22 maggio dovrebbe inaugurarsi la mostra I tesori d’Italia curata da Vittorio Sgarbi e allestita presso il padiglione di Eataly all’Expo. E là è previsto rimanga per un mese: alla fine di giugno dunque il San Paolo tornerà nelle sale del museo pisano accanto all’installazione che lo racconta e lo “completa”.