Non si riesce a capire chi e come abbia lasciato sull’autostrada i tre ragazzini di 13 anni trovati sull’A12 domenica mattina. Forse la loro meta era la Germania
Smarriti, spaventati e forse con un obbiettivo preciso da raggiungere: tre giovani ragazzi di origine eritrea sono stati trovati domenica mattina lungo l’autostrada A12; una volta soccorsi hanno tentato la fuga dopo poche ore e due ce l’hanno fatta, scappati dai centri che li accoglievano.
Sono fuggiti dopo solo una notte dal loro arrivo, dalla casa per minori non accompagnati di Viareggio, i tre ragazzi, due nati nel 2001 e uno nel 2002. In tempi così rapidi per la struttura che li ha accolti non c’è stato il tempo di contattare un mediatore che consentisse il dialogo con due ragazzi privi di qualsiasi conoscenza dell’italiano, ma l’impressione è che fossero arrivati in Italia molto recentemente.
I due indossavano infatti un braccialetto di riconoscimento, che ha fatto pensare agli operatori che fossero scappati da un centro di accoglienza pochi giorni prima. Per loro era stato fissato l’appuntamento con la Croce Verde per gli accertamenti del caso, ma la fuga ha reso impossibile una verifica sul loro stato di salute.
Tentativo di fuga non riuscito ieri mattina invece per terzo ragazzo, ospitato presso una delle case di accoglienza della cooperativa Il simbolo, e che è stato fermato a Ospedaletto dai carabinieri.
Il ragazzo è arrivato comprensibilmente disorientato e molto turbato dalla separazione dai suoi compagni: è stato impossibile infatti per le autorità sistemare i tre minori nello stesso luogo. Uno stato d’animo aggravato dal fatto che il ragazzo non parlava italiano, e che nella casa al momento non si trovavano giovani della sua nazionalità con cui potesse parlare e che lo facessero sentire meno abbandonato.
Grazie alla presenza di una mediatrice eritrea al ragazzo è stato spiegato dove si trovava e il perché, e il tredicenne ha spiegato di avere uno zio a Firenze. Dopo aver contattato i servizi sociali Il simbolo ha fatto un primo tentativo di parlare con lo zio, poi rintracciato dai carabinieri dopo il tentativo di fuga.
Niente invece è emerso al momento su come e perché i tre, che al momento non risultano essere parenti, si trovassero lungo l’autostrada. E se qualcuno – l’ipotesi più probabile – li abbia accompagnati e poi abbandonati in autostrada. Il ragazzo ospitato a Pisa non ha raccontato nulla in merito e nemmeno i suoi compagni. Si sa solo che agli operatori hanno ripetuto più volte “Germania, Germania”, come a indicare la meta precisa del loro incredibile viaggio.
“Quando arrivano – spiega Il simbolo – sono non solo disorientati ma anche circospetti, e il processo attraverso in cui si instaura un rapporto di fiducia non riesce certo a costruirsi in un giorno”.