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PaginaQuloUna sera a cena col peggio del sabato sera

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Ma lo sai che ero a cena con gli Appaloosa e mi sono scordato di chiedergli perché si chiamano Appaloosa? Però gli ho chiesto che musica suonano. Gliel’ho chiesto, non m’hanno risposto. Ho insistito e l’ho scoperto. M’hanno detto che loro suonano -roba da cugi-
Lasciamo stare la questione cugi, che è una questione complessa già per un livornese, e io sono pisano, non vorrei risultare inospitale, comunque sia, qualche anno fa gli Appaloosa battezzarono brillantemente la loro musica. Musica per energumeni del sabato sera.
La musica degli Appaloosa è un muro di suono strumentale, psichedelico, elettronico, un sound di frontiera, che parte da Fugazi e Shellac per andare un po’ dove gli pare, andarci veloce con passo quadrato, ossessivo, alienato, fino a sconfinare nell’elettronica, una musica che può piacere sia ai devoti del rock, che disdegnano la musica senza strumenti tradizionali suonati, sia agli smanettoni digitali. I due mondi in questo gruppo convivono in un’armonia allucinata ma stabile, solida, un patto d’azione, un’intesa per colpire, per smuovere, e già che stiamo andando sul serioso spinto, gli Appaloosa suonano la musica che semplicemente li diverte, quella che gli piace suonare.
Due bassi elettrici, una batteria, e una bella mandata di campionamenti elettronici suonati in diretta.

Trance44 – Il nuovo disco degli Appaloosa
E’ un disco pensato, composto, suonato, registrato, mixato e prodotto in totale indipendenza, un lavoro uscito dalla base operativa degli Appaloosa, a Lorenzana, provincia di Pisa. Potete ascoltare Trance44 in streaming per qualche giorno ancora. www.rockit.it/appaloosatoscana/album/trance44/24075
Per i curiosi prudenti, per i diffidenti cronici, per i cantautoristi tarantellati, o per quelli abituati alla strofa  e al ritornello: non abbiate paura,  alzate il volume e lasciatevi un po’ andare, come meglio credete. E’ tutta roba strumentale, sa di viaggio pastorale afghano, con qualche divagazione d’hip hop caucasico, non fatevi spaventare dal ripetimento seriale della stesso frammento, fateci un po’ d’attenzione, remotatevi il cervello, entrate nella cosa e scoprite che … ESSA CAMBIA! E TU STAI CAMBIANDO CON LEI.

APPALOOSA – Siamo coscienti del fatto che Trance44 emana un’onda di sensazioni al limite del malvagio. Ma non era il momento del disco felicione, poi si vedrà.

PAGINA QULO – E gli effetti dell’onda malvagia, sul pubblico, sono pericolosi?

APPALOOSATrance44 dal vivo funziona bene, suoniamo in giro per l’Europa anche in posti abbastanza truci, ci adattiamo ad un sacco di situazioni diverse e, per ora, tutto bene. Anzi la gente che ci sente una volta, quando torniamo viene a risentirci e il giro cresce. Poi sai, tutto può succedere nell’imprevedibile mondo del rock and roll. L’hai mai vista la bottigliata che si prese il cantante dei Jesus Lizard?
www.youtube.com/watch?v=Uu9lUbf5GQ0
Vai al secondo 48, il cantante sviene dopo una bottigliata volante sul capocollo. Il peggiore è il bassista che se ne va senza nemmeno controllare se David Yow sia vivo o morto. E poi ripartono come niente fosse. A noi ci piace suonare in ambienti dove il pubblico ce l’hai addosso, ci  garberebbe suonare alla fine d’un rave, all’alba, quanto la gente è mega-ricettiva e poi la sai una cosa? Noi, ai cugi, gli si garba davvero. Ultimamente siamo più lineari, più diretti, meno contorti e questo favorisce la digestione psicoattiva della nostra musica. Siamo in quattro. A tutti e quattro piace spippolare coi sintetizzatori.

PAGINA QULO –  Si potrebbe pensare che un gruppo così,  senza il click del metronomo a comandare le danze, sia perduto. Invece no. In Trance44 il metronomo è stato usato solo per un pezzo.

NICCOLÒ- APPALOOSA – Avevamo provato a suonare col click, per un disco precedente, Savana. Dal vivo il batterista Nello si metteva le cuffie e suonava sulla base. S’è rotto le palle molto presto. Ora il tempo siamo noi. Senti il disco. Sentici dal vivo. Le differenze sono minime. Sono undici tracce, ma è concepito per essere ascoltato tutto insieme, come una mezzora abbondante di viaggio musicale. E’ un disco nato da pezzi fatti col sinth, da me e Nello. Poi li abbiamo suonati con basso e batteria, poi un altro basso spesso a unisono, e poi i campioni, ma ogni pezzo ha  la sua evoluzione, generalizzare non ha tanto senso. Dice Simone Di Maggio, un ex-Appaloosa, che in questo disco non c’è una goccia di felicità. Però gli piace. E’ una definizione che ci piace ricordare.

Gli Appaloosa, dicono di no, ma questo pezzo di Warriors – I guerrieri della notte, l’hanno già sentito. www.youtube.com/watch?v=ydL3svXFQ84

www.appaloosarock.it

www.youtube.com/user/nellaccio?feature=mhum

Ico Gattai

 

 

Foto di Matteo Parlanti. Da sinistra a destra: Niccolò – Basso / Sinth, Dyami – Samples / Sinth, Nello – Batteria, Diego – Basso / Sinth, Tozzi – Guru

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Scritto da:

Pubblicato il: 15 gennaio 2014

Argomenti: PaginaQulo, Quaderni

Visto da: 2719 persone

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6 risposte a: PaginaQuloUna sera a cena col peggio del sabato sera

  1. avatar paolo scrive:

    La firma dell’articolista manca per scelta o per altro motivo?
    Non conosco gli Appaloosa (solo in note, poiché un’amica mi fa una testa come un pallone su questi gggiovani), l’articolo è scritto davvero bene.
    Grazie di tutto PaginaQ

    Paolo

  2. avatar ico scrive:

    La firma era sparita per un problema d’identità. Ora è tornata.

  3. avatar ripes scrive:

    Il pezzo su YouTube è di The Warriors, non di 1997 FDNY

  4. avatar ico scrive:

    Grazie Ripes, correggiamoci.

  5. avatar Redazione scrive:

    Via correggiamoci, corretto.

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