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Cascina. Mappato il territorio per la pericolosità sismica

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Conoscere la classificazione sismica di un territorio è un dovere delle pubbliche amministrazioni, che devono tenerne di conto sia nella programmazione territoriale che per la gestione di eventuali emergenze. Il Comune di Cascina ha voluto fare di più: ha commissionato infatti una ricerca allo studio geologico Alessandro Murratzu per avere un ulteriore strumento quando andrà a votare, il prossimo 27 marzo, la variante di monitoraggio al regolamento urbanistico.

“Secondo la nuova classificazione sismica – si legge in una nota del comune di Cascina – effettuata dalla Regione Toscana, il territorio del Comune di Cascina rientra in zona sismica 3, ovvero, secondo quanto riporta il sito della Protezione civile, una zona in cui i terremoti possono verificarsi, ma molto raramente. La magnitudo massima attesa è di 4,8 gradi della scala Richter, calcolata con tempi di ritorno di 500 anni. Tutto il territorio non mostra una geologia che possa amplificare eventuali terremoti ad eccezione della golena del fiume Arno”.

È quanto si evince, appunto, dalla relazione tecnica illustrativa di supporto allo studio di microzonazione sismica, che l’Amministrazione comunale ha fatto condurre in tutto il territorio comunale per conoscerne le caratteristiche geologiche e la pericolosità  sismica. Studio poi inserito tra le indagini geologiche della variante di monitoraggio al regolamento urbanistico, la cui adozione sarà in discussione nel consiglio comunale di giovedì prossimo, 27 marzo 2014.

«Le indagini geologiche – si legge nella relazione – sono dirette a  verificare la pericolosità del territorio sotto il profilo geologico, idraulico e sismico, (…) al fine di valutare le condizioni ed i limiti di trasformabilità, garantire e mantenere condizioni di equilibrio idrogeologico e recuperare eventuali situazioni di criticità esistenti».

«Esserci dotati della microzonazione sismica – aggiunge Alessio Antonelli, sindaco di Cascina – ci permette di conoscere la pericolosità sismica del nostro territorio non solo a livello complessivo, ma anche a livello di dettaglio, zona per zona. In questo modo siamo in grado di ottimizzare gli interventi di mitigazione del rischio sismico e di definire con precisione le regole di costruzione a seconda delle caratteristiche geologiche delle varie aree».

«Grazie a questa specie di “tac” del sottosuolo – aggiunge Antonelli – di cui sono dotati appena il 10% dei Comuni della Toscana, ora sappiamo con certezza che, in caso di terremoto, le uniche aree in cui possiamo aspettarci un effetto amplificato delle scosse sono quelle della golena dell’Arno e dello scolmatore, mentre tutto il resto del territorio presenta caratteristiche del sottosuolo che non amplificano le scosse. Questo significa, per esempio, che adesso sappiamo con certezza che tutte le nostre scuole si trovano in zone che geologicamente non amplificano gli effetti di eventuali terremoti. Non è poco».

«La micro zonazione sismica ci sarà molto utile anche a fini di protezione civile. Sapere in anticipo che tipo di emergenza dovremmo
eventualmente affrontare è già un vantaggio» conclude Antonelli.

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Pubblicato il: 26 marzo 2014

Argomenti: Ambiente, La Piana, Politica, Urbanistica

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