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GRAND-QUIGNOL! Peni al palo e parlanti vagine armate

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Il teatro secondo Sara ed Hengel (Teatro Cantiere)


Il gentil sesso ha avuto un grande ruolo nella mia vita. Sono stato fondamentalmente allevato da donne, alle scuole superiori ero l’unico maschio della mia classe, condivido la mia vita con Sara e poi lavoro nel Teatro dove, si sa, la componente femminile raggiunge percentuali elevatissime. Insomma, sono sempre stato circondato! Ed ho sempre provato grande rispetto e ammirazione per voi donne.

Al contempo non ho mai smesso di pensare che tra maschi e femmine non ci fosse grande diversità… Ma sono le piccole cose che fanno la differenza e mi piacete proprio per quelle “piccolezze” che vi rendono così speciali, come quella particolare saggezza (che spesso gli uomini si sognano!) e quel naturale senso di empatia.

Poi però un giorno nella ricerca della parità ad ogni costo, si sono volute negare anche queste preziose differenze e qualcosa ha fatto crack. E quel giorno il crack fu in primis nella mia mente. Lo ricordo come fosse ieri: esterrefatto vidi alla televisione gruppi di donne festeggiare perché la legge permetteva “finalmente” loro di arruolarsi nelle Forze Armate italiane. E brindavano alla conquista sociale, ed io, obiettore di coscienza, mi ritrovavo a inveire rabbioso: “Bella conquista del cazzo avere il permesso di poter uccidere della gente, manipolare armi…ma è davvero questo che volete? Siate donne, diamine. E date un materno schiaffo all’Umanità: ripudiate la guerra… altro che festeggiare, porco Giuda…”.

Fu in quel momento che mi resi conto che le piccole differenze non vanno eliminate perché sono fondamentali e che il mondo va davvero alla rovescia. E infatti pochi anni dopo, per la gioia sadica e vendicatrice di Sara, ecco comparire la crema anti-età per lui e la schiuma depilatoria al mascolino profumo di muschio. Un altro crack nella mia mente. Ma è mai possibile che nella ricerca dell’uguaglianza si vada a pescare immancabilmente nei lati peggiori dell’altro? È mai possibile che su questa stupida Terra anziché donne che ripudiano la guerra e rifiutano l’arruolamento, ci ritroviamo con uomini depilati che hanno paura della rughetta e corrono ai ripari coi balsami al vetiver?
Eccheccazzo… ma saremo stronzi noi umani, o no?

Ma passiamo al teatro. Oggi è l’8 marzo e so che molte di voi festeggeranno un po’ brille davanti ad un qualche spettacolino osé. A tal proposito vorrei farvi un appello: questa è una festa importante, per cui, vi prego, fate in modo di non provocare un altro crack nella mia mente. Quindi vi supplico, fate tesoro delle vostre piccole differenze e siate donne: non imitate la brutale fregola maschile in tristi locali di lap dance che offrono spettacolini decadenti… Anche la lap dance è arte e se proprio volete fare quell’esperienza, siate donne e cercate almeno qualcosa con un briciolo di qualità:

 

 

E vi prego anche di non andare a vedere “Cinquanta sfumature di grigio” che sarebbe solo un frustrante e passivo sfogo delle vostre repressioni. Siate donne e lasciate il vorrei ma non posso ai maschi, che voi potete e quindi recitatelo voi il film o ancor meglio, bando alle tecnologie e fatene una trasposizione teatrale a casa vostra… teatro da camera: fate voi all’amore, fatelo strano se preferite e fate in modo che l’8 marzo sia tutto l’anno. Personalmente ve ne sarei grato.
E ancora, per favore, non andate a vedere “Il monologo della vagina”:

 

 

Nella sua versione originale con Eve Ensler in persona avrà anche il suo ritmo ed il suo senso, ma nelle produzioni italiane vi giuro, prende un sapore così fasullo… E poi farà anche ridere, ma ve lo dico, è la fiera della banalità. Basta col farvi ripetere quello che già sapete… Siate donne e fatelo voi lo spettacolo, per il vostro o la vostra partner. Per chi volete. Fatelo con la vostra di vagina, il monologo… magari con dimostrazioni dal vivo, risate e gioia di vivere. Da spettatrici ad attrici. Vedrete che sarà più utile di qualsiasi spettacolo sulla riscoperta della femminilità…

Ah, e per la cosa dell’arruolamento, lo so che le persone devono avere parità di scelta, ma dai… siate donne volubili come da stereotipo e ripensateci!
Se lo farete vi prometto che vi amerò per sempre.
Giuro.

P.S. Faccio vedere l’articolo a Sara, in fondo è qualcosa che la riguarda da vicino. Sara lo legge seria senza esprimere emozioni, poi impettita si gira verso di me: “Avresti potuto parlare del Marzo delle Donne, che è dedicato alla nostra amica Paola Bora, ci sono tante iniziative, anche di teatro e danza… e invece mi vieni fuori con ‘sta cosa sulle piccole differenze che non mi convince per niente… E poi davvero vuoi intitolarlo Peni al palo e parlanti vagine armate? Ti sembra il caso?”
“Oh dai, Sara… scommetto che a Paola l’articolo sarebbe piaciuto, era piena di ironia… E poi non capisco proprio cosa non ti torni sul mio discorso delle piccole differenze…”
“Cosa non mi torna? Tommaso, Logion 27, 5: Gesù rispose: Quando farete dei due uno, e quando farete l’interno come l’esterno e l’esterno come l’interno, e il sopra come il sotto, e quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l’uomo non sia uomo e la donna non sia donna, quando avrete occhi al posto degli occhi, mani al posto delle mani, piedi al posto dei piedi, e figure al posto delle figure allora entrerete nel Regno. E con questo ho detto tutto.”

Con uno scatto Sara si alza dalla sedia e portate le mani al cielo in stile profetessa letteralmente fugge via, come un lampo. Rimango lì, impietrito come un baccalà. Cosa mai avrà voluto dirmi con quella citazione? E perché quella scenetta? Che palle! E’ già la seconda volta che me ne pento (vedi Grand Quignol! 10 euro)… I Vangeli Apocrifi per Natale proprio non glieli dovevo regalare…

 

Foto di copertina IDF parade in Jerusalem in 1968

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Pubblicato il: 8 marzo 2015

Argomenti: Teatro

Visto da: 1372 persone

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