Fermi un giro, poi si riparte. Questo il nome del contenitore sperimentale promosso dalla Città del Teatro di Cascina, e che vedrà personaggi noti stare appunto “fermi un giro” per “lasciare la scena” a giovani artisti e nuove formazioni.
Il progetto è ideato da Donatella Diamanti, Direzione Artistica de La Città del Teatro. Tre le guest star che hanno aderito con entusiasmo all’esperimento: Lorella Zanardo, autrice del documentario Il Corpo delle Donne, che a Cascina presenta il lavoro del gruppo “Un Altro Genere Di Comunicazione”, blog collettivo redatto da donne di età compresa tra i 24 e i 38 anni, ed oggi attivissimo sulla “comunicazione di genere”. E ancora, Valeria Solarino che presenta lo spettacolo BRUGOLE di Lisa Nur Sultan, progetto e regia Emiliano Masala e Lisa Nur Sultan con Elisa Lucarelli, Leonardo Maddalena, Emiliano Masala. Spettacolo vincitore Premio Nuove Sensibilità 2008/2009; Valentina Lodovini presenta INSABBIATI un emozionante spettacolo sulla memoria e sulla forza del destino, di e con Valentina Bischi, accompagnata dal vivo dal musicista Gianpietro Di Rito.
Fermi un giro comincia domani alle 10 con la presentazione del lavoro di “Un Altro Genere Di Comunicazione“, il blog collettivo nato nel 2009 con l’obbiettivo di evidenziare e contrastare ogni disparità nell’atteggiamento dei media verso uomini e donne e le loro storie, soffermandosi chiaramente su quei temi che direttamente rimandano alla tematica di genere e agli squilibri di potere socioeconomico-comunicativo. Il lavoro delle autrici si concentra su specifiche aree di discussione: sessismo nei media, linguaggio dell’informazione, femminicidio, Campagna Libera Infanzia, sessualità, maternità, razzismo e omofobia e monitoraggio della situazione italiana nel contesto europeo e mondiale.
Alle 18 ci sarà l’incontro pubblico con tutti i protagonisti di Fermi un giro. A seguire, alle 19 ci sarà lo spettacolo Insabbiati, di e con Valentina Bischi, uno spettacolo commovente e genuino, che dalla Città del Teatro descrivono così: “Uno scambio epistolare, due destini separati dalla guerra: il racconto di un’attesa senza ritorno e della perdita dei ricordi vissuti insieme dai due sposi, ma altresì il recupero di quei ricordi da parte di chi, oggi, è sul palcoscenico. Il finale metateatrale vuole ricondurre lo spettatore al qui e ora, all’esperienza che sta vivendo: dato che l’autrice/attrice svestirà i panni della nonna per rivestire i propri, reali. Insabbiati parte, infatti, dalle lettere realmente scritte da uno dei tanti soldati italiani prigionieri in Etiopia durante la Seconda Guerra Mondiale, indirizzate alla giovane moglie rimasta a Roma – nonna dell’autrice. Attraverso il carteggio, si ripercorrono alcune tappe del Secondo conflitto mondiale – e ancor più che in Africa, il racconto ci riporta a Roma, dove una giovane attende il marito che non tornerà”.
Alle 21:30 la serata prosegue con Brugole, di Lisa Nur Sultan. “Un girare a vuoto, un infinito montare e smontare, parla di nuovi inizi continui, delle altre possibilità delle tante opportunità, dell’ansia lacerante di non saperle cogliere. Per colpa nostra”. “Una riflessione sulle costrizioni invisibili di cui siamo vittime – raccontano i protagonisti – i divieti interiorizzati, gli imperativi acriticamente accettati, la fede nelle scelte della massa. Racconta un mondo che gira a vuoto, un infinito smontare e rimontare pezzi senza più alcuna progettualità, nonostante l’impressione di estrema razionalità: si monta, si smonta ma non si costruisce più nulla. È l’epitaffio dell’homo economicus, che si rivela in tutta la sua triste inconsapevolezza: preoccupato di stare al passo, di non lasciarsi sfuggire le occasioni – che sono sempre altre e sempre di più – ha come unico modo per sopravvivere all’angoscia, inventarsi scadenze e piccole emergenze. Nuove urgenze. Per sottostare alla ‘tirannia dell’istante’, dove il carpe diem ha sostituito il memento mori. Ma non fa meno paura. Per questo abbiamo legato i nostri protagonisti a un’azione concreta, snervante, faticosa ma gioiosa come montare un mobile. Montarlo come oggi si monta la propria vita, senza un progetto preciso, cambiandole forma per evitare di darle un senso definitivo. Per evitare di vederne la fine. In scena, trappola e destino dei due protagonisti, lei: 7 assi, 54 viti e 2 brugole. E infinite possibilità”.
Gli incontri sono a ingresso libero; mentre per gli spettacoli è possibile acquistare un biglietto cumulativo a 12 euro