53 professionisti in età compresa fra i 25 e i 55 anni, si sono riuniti nell’associazione senza scopo di lucro Pisast(a)udium, e nel corso del 2013 hanno avviato un lungo lavoro di progettazione su due fronti, il recupero dell’arena Garibaldi e il nuovo stadio fuori città.
I risultati di questo lavoro sono stati presentati ieri al Lumière, e sono stati pubblicati anche in una nuova edizione di Architetture Pisane (Ets), dove sono contenute anche le altre idee per il nuovo stadio, quella promossa dall’associazione, che prevede un nuovo parco dello sport ai Navicelli, e quelle per Ospedaletto firmate da Salvatore Re, Gino Zavanella e ATI project.
Il recupero dell’Arena.
Sullo stadio di Porta a Lucca, uno dei più antichi d’Italia, è stato portato avanti un percorso multidisciplinare, che ha coinvolto complessivamente oltre 70 professionisti fra architetti, ingegneri, storici dell’arte, archeologi, e che ha tentato anche di coinvolgere la cittadinanza attraverso questionari sul rapporto con lo stadio e sui desideri per la sua destinazione futura. A spiegare questo lavoro l’arch. Anna Paola Fagioli, l’archeologa Letizia Badalassi, l’arch. Giovanni Santi. Che puntano sul concetto di memoria, di inserimento delle nuove funzioni nel quartiere, di miglioramento della viabilità ciclopedonale e una fruizione più ampia degli spazi verdi, ora concentrati su aree private.
Su un’area totale di oltre 37.000 mq, circa 28.000 sarebbero dedicati al verde.
L’idea alla base del recupero dello stadio è quella di aprirlo a nuove funzioni lasciando intatte alcune parti strutturali della vecchia arena. Fra tutte la cosiddetta “cassamorta”, ovvero le gradonate e gli spazi sottostanti, che verrebbe ridotta all’osso e lasciata come spazio per lo sport individuale, “in una sorta di palestra coperta, ma all’aperto”, come dice Santi.
All’interno dell’anello perimetrale, resterebbe il prato libero. Via la tribuna coperta, che verrebbe demolita, e al suo posto un piccolo bosco di 5.000 mq, che andrebbe a incastrarsi con ciò i resti dei telai della gradinata, e chiuso da due “torri-muro” con punti panoramici. All’interno l’arena assumerebbe anche le funzione di luogo per spettacoli, con una capienza di 2000 persone, e per attività sportiva informale, con la fruibilità del prato e le passeggiate.
L’area esterna dello stadio assumerebbe il ruolo di filtro nei confronti del tessuto urbano circostante; dove ora c’è la curva nord, lungo via Rindi, si prevedono nuovi volumi, 750 mq circa, dedicati a servizi funzionali, come negozi, info-point; altri 450 mq sono dedicati al “city gate”, cioè ai collegamenti con i trasporti pubblici. È un recupero che non prevede grossi aumenti di volumi, complessivamente, e che, a detta dei progettisti, “avrebbe anche costi di manutenzione sostenibili”.
Il progetto è stato lanciato fuori dalle istituzioni ma con il loro patrocinio: l’evento di presentazione di ieri infatti ha visto il patrocinio del Comune e della Provincia di Pisa. Se vorranno proseguire, i progetti dovranno ora confrontarsi con la politica.
C’è vita (pensante) a Pisa!
L’associazione sarà anche senza scopo di lucro, ma l’affare mette in circolo milioni di euro. Penso che il loro scopo cambierà presto.
Mi fa piacere che sia previsto un piccolo bosco di 5.000 mq, visto che per il nuovo stadio ai navicelli si progetta di far mangiare del cemento 300.000 mq di terreno agricolo. Non c’è che dire: è proprio un affarone per i cittadini che in cambio di due alberelli si troveranno a fronteggiare nuovi problemi legati a questo tipo di “sviluppo” (aumento della calura estiva, aumento del rischio di alluvioni dovuto all’impermeabilizzazione del suolo, aumento del traffico di cittadini pisani e non che vorranno andare al nuovo parco dello sport, ecc.).
E non fatevi abbindolare dal disegno: quegli alberi alti come palazzi di cinque piani non ci saranno mai. Per vedere alberi così ci vogliono 50 anni.
Nel recupero dell’Arena Garibaldi, non è ben chiaro come verrebbe risolto il problema degli attuali 4 piloni dei fari di illuminazione dello stadio che fanno da supporto per le tantissime antenne telefoniche installate.
Nell’ipotesi di elimare i piloni dell’illuminazione quale sarebbe la soluzione per le tantissime antenne telefoniche ?
Progetti come questo sono scritti sull’ acqua. Purtroppo credo che invece assisteremo alla solita colata di cemento…