Una visita alla base segreta dei Delay Lama, duo di rock duro un po’industriale , batteria e sinth, poche voci e qualche escursione elettro-analogica. Non pensate ad una musica molto sperimentale, i Delay Lama non sono tipi che improvvisano. Musica etnica dei robot. Se siete tipi eclettici, questa roba la potete anche ballare.
delaylamaproject.bandcamp.com
-Eravate in tre. Il bassista andò a lavorare all’estero. Siete rimasti in due. I pezzi ora sono scarni, come fate?
-Scarni? Ma li hai sentiti i pezzi riarrangiati?
-No.
-E allora sentili.
Sento i nuovi pezzi, funzionano bene, c’è del morbido e sta avanzando, comunque un terzo elemento umano li farebbe decollare meglio.
-Quindi non state cercando nessun musicista per completare l’organico?
-Non basta essere un musicista, per suonare nei Delay Lama devi essere un monaco elettrico.
-Monaco elettrico: questa è un po’ che non la sentivo, pensavo che avevate abbandonato
quell’immaginario tecno-mistico con tuniche e cappucci per riti propiziatori d’elettronica vintage.
-Era un modo come un altro per dirti che i Delay Lama non sono un gruppo facile da coltivare, sia come stile che come tempo da impiegarci, sono ore e ore di lavoro, e comunque stiamo girando per concerti in auto e non c’è posto. Siamo stretti già in due.
-Potevi dirlo prima che era una scelta obbligata.
-Obbligata non direi, abbiamo unto l’utile col necessario e siamo soddisfatti del nostro sound attuale, intuiamo varchi in cui infilarsi.
-Un doppio senso erotico?
-No, parlavo di musica, suonare dal vivo mette alla prova le nostre creazioni e testiamo quale dei nostri mostri abbia le ventose più efficaci per attaccarsi sul pubblico e succhiargli energia.
-Ma sempre questa c…. di fantascienza ci devi mettere?
-Ce ne metterei anche di più.
-Dove volete andare con questa musica assurda?
-Stiamo suonando su e giù per l’Italia, e poi non si sa mai che l’Europa s’avvicini. Intanto prepariamo un disco nuovo.
-In due?
-Qualche ospite ci sarà, ma in funzione collaterale, che i pezzi devono funzionare di per sé.
-Nel frattempo innestate su pezzi vecchi qualche ritornello che parla d’amore in italiano.
-Perché l’amore vincerà. Ma è una cosa di venti secondi.
-Poi finisce?
-Non è che finisce totalmente, si trasforma in un’entità di difficile inquadramento spazio-temporale.
-E la musica a cosa serve?
-A trovare nuovi varchi in cui infilarsi.
-Insisti col doppio senso erotico?
-No, essenzialmente parlerei di una galassia umida di sensazioni , ancora in gran parte sconosciuta.
Ico Gattai