Dopo le due ore di sciopero di ieri e l’incontro avuto con il sindaco di Pontedera, non si placa lo scontro fra sindacati e Valdelsa Logistica, la cooperativa che ha in appalto la gestione dello smistamento della differenziata nell’impianto Revet di Pontedera. A prendere la parola ieri è stata la stessa cooperativa, che ha respinto pesantemente tutte le accuse rivoltegli dai sindacati.
I sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltec-Uil si sono pronunciati con parole durissime nei confronti della cooperativa, sottolineando invece i buoni rapporti che intercorrono con Revet, che da parte sua, tramite il presidente Valerio Caramassi ha fatto sapere: “L’assetto giuridico non ci consente di intervenire direttamente nel rapporto tra la cooperativa e i sindacati. Che ci fosse una progressiva diminuzione della domanda di lavoro su questo appalto è cosa nota a tutte le parti, da tempo. Da parte nostra ci auguriamo che vengano ripristinate le corrette relazioni sindacali e si giunga ad un accordo”.
Il comunicato emesso dai sindacati, si legge ancora, “per molti soci della Valdelsa che lavorano sia in Revet che in altri appalti in affidamento dalla MC Multicons, appare senza ombra di dubbio infamante e lesivo nei modi e nei contenuti con cui le problematiche degli ultimi giorni, vengono riportate e descritte.
Noi soci, prendiamo le distanze e denunciamo le falsità descritte nel comunicato stampa delle Segreterie Provinciali CGIL, CISL e UIL di ieri (20 febbraio ndr), in quanto personalmente e direttamente coinvolti nelle decisioni e nelle delibere assembleari”.
“Non più tardi di 10 giorni fa (11 febbraio 2014) – aggiungono – ci siamo tutti riuniti in assemblea soci presso la sede della nostra cooperativa, con un ordine del giorno molto chiaro e preciso, tra cui la valutazione, della disdetta dell’affidamento servizi in Revet. A quell’assemblea eravamo presenti e rappresentati in 91 soci lavoratori (31 dei quali operanti nell’impianto Revet) su 120 iscritti”.
Anche se la riduzione della quantità di multimateriale pesante da selezionare è nettamente minore rispetto a quella prevista, è comunque calata, cosa che ha fatto diminuire la domanda di lavoro gestita dalla cooperativa. Questa a sua volta, avrebbe potuto gestire questa diminuzione facendo ricorso alla flessibilità che consente un’organizzazione come quella di un consorzio. Ma questa progressiva diminuzione del lavoro, di cui la cooperativa era a conoscenza sin dall’inizio, non sarebbe stata gestita nel migliore dei modi.
“Dopo ampia discussione sulle problematiche che stanno investendo la nostra cooperativa, abbiamo deliberato all’unanimità e per per alzata di mano (non è ammesso il voto segreto nelle assemblee), di voler trasmettere a MC Multicons la nostra volontà di disdettare l’affidamento dei servizi in Revet. Tra le mani che si sono alzate in quella votazione, c’erano anche i soci lavoratori occupati nell’appalto Revet, alcuni dei quali RSA (Responsabile Sindacale Aziendale), che si sono dichiarati favorevoli a tale dura decisione”.
Quanto ai tempi di dismissione dell’impianto, affermano: “Tutti noi abbiamo ben compreso, come il progressivo sviluppo della raccolta porta a porta stia modificando inevitabilmente le modalità di lavoro sull’impianto di selezione, con la conseguente e drastica diminuzione del quantitativo di manodopera necessaria. Di questo fenomeno nessuna colpa può essere imputata alla Revet, né alla MC Multicons, né alla nostra cooperativa o a noi lavoratori. Le ore di lavoro pertanto necessarie per svolgere la nostra attività si sono ridotte notevolmente rispetto allo scorso anno, al 2012, ed agli anni precedenti. Ricordiamo come in una cooperativa i soci concorrono alle decisioni concernenti scelte strategiche e gestione dell’impresa e quindi le decisioni prese in assemblea assumono valore assoluto”.
Contestano quindi la ricostruzione della vicenda da parte del sindacato: “Nei passaggi di appalto denunciati dai sindacati e definiti “peggiorativi” senza oggettivo e reale riscontro nessun socio ha perso il lavoro, né un centesimo di stipendio, né di liquidazione, ferie e permessi, né di TFR, né è stata diminuita la retribuzione prevista dalle tabelle del Contratto Collettivo Nazionale. Specialmente poi nell’appalto Revet, ove la presenza dei sindacati è quotidiana, e le buste paga sono mensilmente monitorate proprio da loro! Le richieste di intervento delle forze politiche, delle istituzioni, della magistratura etc., non ci preoccupano ma ci appaiono puri e semplici ricatti, al solo scopo intimidatorio. Gli sperati interventi intimati dalle sigle sindacali non faranno che confermare che la nostra cooperativa non ha mai omesso un versamento contributivo né erariale, così come dimostrato mensilmente anche ai Committenti come da obblighi di legge”.
E concludono: “I soci lavoratori che operano in Revet percepiscono mediamente stipendi da 1200-1500 euro per le otto ore di lavoro, e per quanto l’ambiente di lavoro possa ritenersi “disagiato” tutto si svolge nel pieno rispetto delle norme di sicurezza ed igiene sul lavoro. Era nostro dovere difendere il nostro operato, e la nostra cooperativa che fieramente rappresentiamo sul territorio, al di là di tutte le ingiurie pubblicate e che rischiano di ledere la dignità e il lavoro di tutti i soci della Valdelsa che con fatica e umiltà portano avanti lo scopo mutualistico essenziale ed imprescindibile dallo stato di cooperativa”.