La parola assente durante la presentazione dei candidati – “bilancio” – mai sfiorata da nessuno, è stata invece affrontata sotto la voce “amministrazione efficiente” al punto 4 degli indirizzi programmatici. Su queste amministrative pende un pesante buco di bilancio, che nel 2012 ha portato all’uscita dal Patto di Stabilità, con il blocco degli investimenti e tutte le conseguenze. Ma per parlarne ancora c’è tempo, da qui a fine maggio. Intanto, in vista delle primarie, vogliono tutti rilanciare il Comune di San Giuliano e le sue possibilità, cercando di lasciarsi alle spalle il peggio. Non facile il lavoro che aspetta i nuovi amministratori, stretti tra la tentazione di ricorrere a tassazioni comunali più alte per non intaccare i servizi, mentre risalire il buco di bilancio resta comunque difficile.
I candidati di tutte le forze politiche si trovano di fronte a una tornata elettorale per la quale si prevede un’astensione alta e una sfiducia generalizzata.
Gli indirizzi programmatici della coalizione di centro sinistra composta da PD, SEL, PSI e IDV mettono al primo posto Scuola e Cultura, per le quali si propone un mix tra investimenti pubblici e privatizzazioni, sia per consolidare alcuni indirizzi che per aprirne di nuovi. Le politiche sociali sono al secondo posto, con la proposta di aumentare le risorse per far fronte alla crisi, alzando le esenzioni e scaglionando ulteriormente le detrazioni fiscali.
Sviluppo economico: sostegno al commercio e alla produzione agricola locale, innanzitutto, ma anche snellimento delle procedura, reinserimento della possibilità di rateizzare gli oneri di urbanizzazione.
Ecco quindi il punto sull’amministrazione efficiente: riorganizzazione degli uffici, riduzione dei dirigenti, “valorizzazione di GeSTe in un contesto territoriale più ampio che favorisca una contrazione dei costi nella tutela dei diritti dei lavoratori”. Si parla quindi di “percorso verso la riduzione delle tariffe e dell’imposizione fiscale”, e della necessità di “definire confini chiari tra la politica e la gestione”.
Gli ultimi tre punti del programma sono la salvaguardia del territorio, i beni comuni e l’area vasta. Se per il primo l’orientamento è chiaro: “consumo di suolo zero”, per il secondo punto sarà tutta una strada in salita: “Avviare un percorso che possa condurre al rispetto degli esiti referendari e alla restituzione al cittadino dei proventi dei servizi esternalizzati”. È la battaglia sull’Acqua Bene Comune, campagna maltrattata dalla politica, e che invece è stata in grado di riattivare la politica in milioni di persone.
Infine, l’area vasta. Su questo punto che porta dritti alla redazione del Piano Strutturale, ci sono posizioni molto diverse; il programma propone la seguente sintesi: “Deve essere valutato attentamente il percorso da intraprendere con i sei comuni impostando un progetto organico di governo dell’area vasta che preveda l’aggregazione dei servizi e che garantisca la valorizzazione delle specificità di ogni territorio evitando disequilibrio di impegno e ricorse tra comuni grandi e comuni piccoli”.
Nel punto sviluppo economico non hanno dimenticato il turismo. Forse se ci pensano oltre a sostenere il commercio potrebbero rilanciarlo.
Il solito programma fumoso con ambizioni non supportate da attente valutazioni economiche. Alcuni progetti che erano già sulla carta inizialmente nella legislatura ormai alla fine, ma che sono state disattese, come per esempio il famoso “consumo di suolo zero”. Bilanci che si reggono solo con una tassazione al massimo dei tributi locali. Niente sulla legalità: mi risulta che gli amministratori non hanno sottoscritto la “Carta di Pisa”, così come affermato dall’Assessore provinciale Gabriele Santoni in un incontro a Pappiana sull’area vasta. E mi fermo qui.