C’è un’energia potente che scorre per la galassia, attraversando in varia misura le creature viventi. È il buonsenso. Così, per fare di Star Wars: Knights of The Old Republic un bel gioco di ruolo in 3D, all’alba del Terzo Millennio i ragazzi di Bioware hanno arricchito coi colori di George Lucas la loro apprezzata ricetta videoludica, che dagli inizi di Baldur’s Gate ha adattato sullo schermo il regolamento della versione corrente di Dungeons & Dragons.
Nel conflitto siderale che attraversa i due capitoli di questa saga, ambientata un paio di millenni prima delle gesta degli Skywalker, il personaggio principale è sempre un Jedi che potete personalizzare, sia nell’aspetto che nella crescita. Sia l’impianto che le regole di D&D sono state efficacemente semplificate senza sacrificarne la dinamica, e la maggior parte delle situazioni che affronterete potrà essere sbrogliata con approcci violenti, dialettici, sovrannaturali o circospetti, alterando la sintonia con il Lato Oscuro o quello Chiaro, l’andamento della storia e le reazioni dei vostri compagni di avventura.
La riverniciatura guerrestellaresca è riuscita alla perfezione, e se il cast dei giochi ospita tutta una serie di degnissimi cugini e fratellastri di Han Solo, C1P8 et similia, regia e musiche scopiazzano allegramente i momenti più ispirati della prima trilogia. Si può altresì giocare a una variante del blackjack nelle più infime bettole del cosmo, o darsi a gare con gli sgusci nei circuiti planetari.
Non tutte le ciambelle riescono col buco, però, e soprattutto il secondo capitolo, The Sith Lords, patisce uno sviluppo arronzato, specialmente nel finale, per rispettare una deadline cinematografica. Oltre a un livello di difficoltà generalmente tendente al basso, è un peccato anche che, diversamente che con Neverwinter Nights, gli sviluppatori non abbiano reso apertamente disponibile il motore del gioco perché i fan vi ambientassero nuove avventure.
Nonostante tutto, c’è ben poco di cui lamentarsi. Si tratta di due giochi mai troppo prolissi, lunghi il giusto e assai divertenti che hanno cambiato per sempre i GDR su console, e dalla loro uscita è toccato al Giappone rincorrere, sia col pallosetto ma sontuoso Final Fantasy XII, sul quale proabilmente non ritorneremo, che con The Last Story, che invece ci attende nelle prossime settimane.
Tommaso Mongelli
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