Convocare un tavolo di confronto. Torna a chiederlo con forza il Municipio dei Beni Comuni dopo il decadimento dei sigilli all’ex caserma Curtatone e Montanara. Una richiesta che prende la forma di una lettera di sollecito formalmente protocollate presso gli uffici e indirizzata al Sindaco di Pisa Marco Filippeschi in primis, alla Agenzia del Demanio, al Ministero della Difesa, alla Brigata Paracadutisti ‘Folgore’, al 7° Reparto Infrastrutture dell’Esercito, affinché con “prioritaria urgenza” venga convocato “un tavolo di concertazione il cui ordine del giorno sia ‘Concessione dell’ex Caserma Curtatone e Montanara alla Associazione di promozione sociale e culturale Pisa Meticcia’”, interfaccia formale del Municipio. L’obbiettivo è la rapida riapertura del Distretto 42 e del parco cittadino dedicato a Don Gallo.
“La notizia del decadimento dei sigilli apposti sui cancelli di via Giordano Bruno 42 – scrivono gli attivisti – ha riacceso le speranze che il processo di reingresso si possa finalmente concludere positivamente, e ha strappato il velo su una vicenda che, altrimenti, sempre più si stava affossando negli angusti cunicoli di Palazzo Gambacorti”.
“Il sequestro dell’ex Caserma Curtatone e Montanara – proseguono – non è stato reiterato, il bene dunque è tornato a tutti gli effetti nelle mani dell’Agenzia del Demanio”.
Circostanze che per i Municipio dei Beni Comuni, “ristabiliscono un quadro fertile” per la convocazione di un tavolo tra Amministrazione, Agenzia del Demanio, Ministero della Difesa e Municipio dei Beni Comuni.
“Nessun segnale – scrivono – finora è giunto dagli uffici del sindaco Marco Filippeschi, e niente lascia presagire per ora che qualcosa possa muoversi nei prossimi giorni. Se il quadro di via Giordano Bruno fosse rimasto lo stesso, per assurdo, un simile atteggiamento sarebbe stato in linea a una specifica volontà di non operare per un esito positivo della vicenda, ma ora che i sigilli sono decaduti, ora che l’Agenzia del Demanio è di nuovo l’interlocutore, il silenzio dell’amministrazione rappresenta, di fatto, un ostacolo esplicito”. Da qui la lettera formale di sollecito.