A Pisa Zoro ha fatto il pienone. C’era il bar del Cinema Lanteri pieno come un uovo, e questo accadeva durante la proiezione. Era gente rimasta fuori, arrivata tardi, quelli del Cinema Lanteri dicevano che al limite si poteva gratuitamente entrare in sala alla fine del film, per il dibattito, sarà presente l’autore.
Il film di Zoro non l’ho visto. Ero fra quelli rimasti fuori. Però credo sia un film valido, a mezza via tra la commedia sociale e il reportage dal volto umano, una storia che entra nelle contraddizioni ortofrutticole al dettaglio, giù in basso, nelle arterie della metropoli. Il popolo visto da dentro. Paura, vertigine, senso di vuoto e oppressione nel petto.
È un film girato con l’umore nero, quello che ti fa ridere troppo, quello che quando ridi hai paura di quelle risa, hai paura che siano un antidoto, una protezione istintiva, un vaccino contro quella realtà che hai filmato, hai montato, pensandola come una selva con via d’uscita, ma poi ti ritrovi senza nessuna apertura su vasta zona pratosa da adibire a pascolo dei pensieri positivi.
Il dibattito non l’ho sentito, sono andato via prima, comunque è stato valido, perché Zoro surfa dal politico al filmico, dal sociale al costume e società, e lo fa con naturalezza, senza cali di tensione.
Un po’ anemiche le domande del pubblico, ma da gente fra i 40 e i 50, con un passato nella federazione giovanile comunista italiana e un presente tra Renzi e il sushi, cosa mai ti vuoi aspettare?
Ico Gattai
Ho capito. La prossima volta che vorrò commentare un film non l’andrò a vedere. Per esempio non ho visto “La grande bellezza”, ma non mi è piaciuto molto: la regia mi è sembrata non all’altezza e avrei da ridire anche sulla recitazione di Servillo. E poi mi raccomando: la prossima volta al cinema Lanteri bisognerà chiedere a chi vuol fare domande di avere o meno di quarant’anni, o più di cinquanta; inoltre sarebbe opportuno far parlare solo chi non ha votato per Renzi. Assolutamente vietato l’ingresso a chi ha un passato nella FGCI. Per chi mangia il sushi, via, facciamo un’eccezione e facciamoli entrare.
Caro Sandro, Ico Gattai si ama e non si discute! Se vuoi aprire anche tu una rubrica di non recensioni scrivici
Mi dispiace, non ho la fortuna di conoscere Ico Gattai. Ma d’altra parte ho anche molti altri difetti: ho tra i quaranta e i cinquant’anni; in gioventù ho bazzicato le sezioni della FGCI; talvolta scrivo recensioni di film che ho addirittura visto
ma la buona notizia è che l’arno ormai è balneabile!!!!
Tra il comune e palazzo blu come in un warhol quadruplo
hanno visto nuotare sincronizzati zoro, curcio, grillo, e mao tse-tung
con bobo rondelli a riva cronometro in mano.
Forza Pisa!!!!!
Geniale l’accostamento dell’articolo di Ico con il sushi qua a lato dell’aperisushi.
La pervasività del cinema e della tv sono tali che tutti possono parlarne senza aver visto.
Non l’ho visto però credo… Non l’ho sentito però è stato valido. Déjà vu. Déjà entendu.
E’ una recensione, altro che.