Che titolaccio in italiano per questo film francese di Jean-Pierre Jeunet del 2004. Jeunet è quello di Il meraviglioso mondo di Amelie (e ancora prima, insieme a Marc Caro, del fantastico Delicatessen) e questo film lo ricorda abbastanza a partire dalla protagonista che non si chiama Amelie ma Mathilde ma che è interpretata dalla stessa attrice, Audrey Tautou; e Amelie e Mathilde s’assomigliano abbastanza.
Una lunga domenica di passioni però, essendo ancora settembre, ha per argomento la Prima Guerra Mondiale e come per i precedenti due film visti per VideoteQue è tratto da un romanzo che porta lo stesso titolo, un bestseller in Francia di Sebastien Japrisot. Sempre simile ai due precedenti film è lo spunto da cui il racconto inizia: 5 uomini dell’esercito francese vengono condannati a morte per essersi autoinflitti ferite alla mano per evitare di partecipare alle azioni militari, che come abbiamo imparato dai precedenti film erano spesso e volentieri azioni suicide. Per il resto, come chiunque conosca un pochino, anche solo per sentito dire, il lavoro del regista francese, Una lunga domenica di passioni si discosta parecchio dai film di Kubrik e Rosi.
In Una lunga domenica di passioni infatti troviamo tutte le invenzioni visuali e narrative tipiche di Jean-Pierre Jeunet. Le immagini sono esagerate, i colori spesso eccessivi o usati per caratterizzare certi aspetti: per esempio le scene della bucolica casa in campagna della Bretagna dove abita Mathilde insieme agli zii e dove è nato l’amore con Manech ha sempre tinte dorate, o tendenti all’ocra; le scene invece di guerra e nelle trincee dove sparisce Manech – uno dei 5 condannati – tendono al grigio. Il montaggio è rapido. La narrazione piena di piccole
storielle laterali e personaggi peculiari come il barista con la mano meccanica di legno con cui schiaccia le noci, o il postino a cui piace sgommare sul vialetto di sassi della casa di Mathilde.
La storia è semplice: Manech viene dato per morto, ma Mathilde non ci crede e si mette ad indagare su come veramente sono andate le cose. Oltre a Audrey Tautou, nel cast c’è anche Marillion Cotilliard che interpreta una prostituta corsa che cerca vendetta per il suo uomo, anche lui uno degli sfortunati cinque; e Jodie Foster, anche lei con la sua versione da raccontare e le sue perdite di guerra.
Rispetto ai film di Kubrik e Rosi, sicuramente con Jeunet ci discostiamo molto dal realismo con cui la guerra viene rappresentata nei primi due film. In Una lunga domenica di passioni le battaglie sono più spettacolari, le trincee opere d’arte, lo stile di Jeunet si vede anche lì; però, l’imbellimento è solo estetico e anche dal film del regista francese la guerra risulta assurda, violenta, piena di ordini senza senso, di povera gente mandata a morire e di comandanti che erano più occupati a farsi bagni caldi.