Se il berlusconismo sconfiggeva la crisi con i sorrisi, il renzismo trasforma la disoccupazione in tempo libero: usiamolo per guardare ottime serie tv!
Ecco una panoramica degli show in uscita nell’autunno 2014.
GOTHAM
Benché sia la storia di Batman, Batman non compare. C’è Bruce Wayne, un neo-orfano traumatizzato, una Cat non ancora Woman e un Pinguino dandy criminalmente esilarante.
Lo show inquadra Gotham, città avvinta dalla criminalità, e Jim Gordon, detective così idealista e integerrimo da risultare immediatamente stantio e insopportabile. Ma fortunatamente l’epopea di Batman è caratterizzata da una grande varietà di personaggi tangenziali, spesso dotati di maggiore fascino e frequentemente contraddistinti da un’interpretazione vivace e originale: è il caso di Fish Mooney, efferata esteta capo-mafia, che pur essendo l’unico personaggio inedito della storia, brilla grazie all’interpretazione di Jada Pinkett Smith e oscura i cattivi (ancora emergenti) dello show.
La serie rinnova la mitologia di Batman, reinventa eventi e personaggi noti calando la narrazione in una struttura da poliziesco noir, con fantasiose esagerazioni criminali e grande profusione di violenza. Se amate il pessimo doppiaggio e l’ossessiva interruzione pubblicitaria, è possibile fruire di questo show anche sintonizzandosi su Italia 1.
HOW TO GET AWAY WITH MURDER
Scalpitanti matricole di Legge coltivano sogni di carriere gloriose mentre subiscono le vessazioni della temuta/rispettata professoressa/mentore. Il tutto sembra procedere come il più classico dei prodotti ABC, finché sulla scena non irrompe un cadavere. E poi un altro. L’imprevedibile travolge l’ideale del self made man e la convinzione -francamente ingenua- che l’uomo possa essere davvero artefice del suo destino. Un legal procedure prodotto da Shonda Rhimes, talentuosa sceneggiatrice americana, già colpevole di aver depauperato temporalmente le vite di molti telespettatori costretti alla dipendenza dalle trame arzigogolate di Scandal e Grey’s Anatomy.
FOREVER
Sci-fi per principianti: l’uomo che non poteva morire. Il protagonista è tormentato, vive nel ricordo degli affetti perduti e studia, si angustia, si affanna nel tentativo di conferire un senso al suo bizzarro destino. Data la genialità deduttiva, il pomposo accento gallese e il vezzo di indossare sciarpe a mo’ di cravatta, si attira l’istantanea antipatia dei telespettatori, che sperano vivacemente che la detective badass dal cuore recentemente spezzato finisca davvero per incriminarlo per l’omicidio di cui lo sospetta, e invece tutto si conclude con il vecchio adagio “sexual tension tra il consulente e la poliziotta e avanti così per mille mila stagioni”. Sembra Elementary, sembra Perception, sembra il The Mentalist post-lobotomia di Bruno Heller: Forever è una serie déjà vu, un facsimile di infiniti altri show, che di eterno ha solo la storia che racconta.
MADAM SECRETARY
Elizabeth McCord, madre e moglie soddisfatta, ama esercitare corpo e spirito alternando il lavoro di insegnante all’hobby di allevatrice. Proprio mentre sta spalando letame, il Presidente degli Stati Uniti d’America si affaccia sulle soglie del letamaio per pregarla di diventare Secretary of State. E la sventurata rispose (sì). Parte la corrida della dilettante e la divisione manichea del mondo è servita: da una parte la cittadina prestata alla politica, dall’altra l’establishment di subdoli frenatori e diabolici consulenti d’immagine. Principio sì giolivo ben conduce, scriveva il Boiardo.
