Arriva la prima guardia donna al Parco di San Rossore, una novità storica, commentano il presidente del Parco Fabrizio Manferdi e il direttore Andrea Gennai “È uno dei tanti segni che vogliamo dare di un’azione di cambiamento ed innovazione nella gestione di questo enorme patrimonio, costituito dalla Tenuta di San Rossore e dal ben più ampio Parco naturale”.
La decisione di permettere l’ingresso anche alle donne fra le guardie risale a qualche mese fa, ma l’iter burocratico che ha coinvolto anche Questura e Prefettura è terminato solo in questi giorni.
La nuova guardia della Tenuta va ad affiancare gli ultimi sette componenti dello storico Servizio TGA (Tutela e Gestione Ambientale), istituito a suo tempo dal Quirinale e oggi coordinato dal comandante Marco Lorenzini. E segna dell’ormai anacronistica composizione maschile della sorveglianza, ma rappresenta anche, spiega l’Ente Parco in una nota “la ferma volontà di lavorare per il rilancio di San Rossore pur nelle enormi difficoltà derivanti dai problemi del passato e la scarsità di fondi che la crisi attuale sta causando”.
Franca Giannini, questo il nome della nuova guardia, non è una nuova assunta, da anni infatti lavora per il Parco, ricoprendo diversi ruoli, Impiegata nel servizio rappresentanza e nella segreteria del Presidente Fabrizio Manfredi, ha accettato di svolgere, soprattutto col lavoro straordinario nei fine settimana e nei festivi, anche il ruolo di guardia della Tenuta, affiancando così i colleghi nei turni di controllo e rappresentanza.
La prima uscita ufficiale sarà la mattina sabato 25 ottobre, compagno di di pattuglia per il primo giorno il direttore Andrea Gennai, che si dichiara orgoglioso di aver effettuato questa nomina: “Con il Presidente ed il Consiglio direttivo stiamo cercando di far sapere alla cittadinanza ed alle Istituzioni che San Rossore, come Tenuta e come Parco, ha intrapreso una nuova strada verso una maggiore efficienza, maggiore trasparenza e funzionalità: la nuova guardia Franca è una parte di questo messaggio ed è bellissimo che abbia accettato di farlo pur come impegno aggiuntivo al già pesante carico di lavoro. Assieme a Franca ci sono molti altri colleghi che, ciascuno per il suo compito, si stanno rimboccando le maniche per aiutare il Parco a fare i passi in avanti necessari, anche per superare alcune diffidenze che ancora qualcuno, persino nelle istituzioni, nutre ingiustamente verso il Parco, che invece ha imboccato una strada nuova e promettente”.