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Superano il reddito e rischiano la casa popolare. Scintille fra Apes e Unione Inquilini

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Hanno superato la fascia di reddito per due anni consecutivi e dovranno lasciare gli alloggi di edilizia popolare da loro assegnati. Succede a 104 nuclei dislocati fra i comuni della provincia pisana, che hanno ricevuto nei giorni scorsi una lettera firmata dal direttore di Apes Giorgio Federici, con cui si comunica il superamento della fascia di reddito che dà diritto all’assegnazione, 28.000 euro annui lordi, e si avviano le pratiche per la decadenza del titolo. In altre parole: preparatevi a lasciare casa.

Il tutto è partito dai controlli di routine che l’azienda pisana effettua sugli assegnatari, in una logica di razionalizzazione del patrimonio edilizio e continua verifica dei requisiti. Per il centinaio di nuclei che hanno superato questo limite, “a gennaio 2014 il canone di locazione è stato aggiornato applicando la fascia massima del 16% calcolata sul reddito convenzionale, e fino al massimo del doppio del canone oggettivo”. Contestualmente, si legge nella lettera inviata, viene inoltre avviato d’ufficio “il procedimento di decadenza dall’alloggio assegnato”.

L’Apes chiede inoltre un’autodichiarazione dei redditi da consegnare entro 15 giorni, con tutta la documentazione fiscale per il 2013 di tutti i componenti della famiglia. A portare il caso all’opinione pubblica è l’Unione Inquilini, che denuncia l’Apes di “comportamento antisincadale”, visto che prima di avviare una procedura di decadenza dell’assegnazione l’ente avrebbe dovuto confrontarsi con i sindacati degli inquilini. Ad essere contestata inoltre è la stessa decisione di avvio del procedimento, visto che questa scelta, secondo il presidente dell’Unione Inquilini di Pisa Virgilio Barachini, spetterebbe al sindaco.

“Il Sindaco del Comune territorialmente competente, valutata la condizione soggettiva del nucleo familiare, nonché la situazione abitativa presente sul territorio potrà pronunciare la decadenza”, dice la legge citata da Barachini, che aggiunge: “L’Unione Inquilini non contesta il fatto che sia necessario razionalizzare l’utilizzo degli alloggi dei ERP per evitare il loro sottoutilizzo e sovraffollamento”, né, dice ancora, “che si cerchi di dare diversa sistemazione abitativa alle famiglie di assegnatari che denunciano per più anni consecutivi redditi di decadenza”.

Ciò che l’Unione Inquilini contesta all’Apes è la decisione d’ufficio di avvio del procedimento di decadenza. Da qui la richiesta all’azienda di inviare una “rettifica della sua diffida”, nella quale “si limiti a chiedere agli assegnatari con presunti redditi di decadenza la documentazione dei redditi 2013, lasciando alla Commissione Comunale Casa le decisioni di procedere o meno agli avvii del procedimento di decadenza”.
Le 8 domande dell’Unione Inquilini all’Apes

1) Ci risulta che nel 2012 la Regione abbia concesso al Comune di Pisa 800.000 euro per le manutenzioni degli alloggi ERP di risulta. Quanti e quali alloggi di ERP sono stati resi abitabili con questo finanziamento? Al 10 ottobre 2014 quanti soldi di detto finanziamento sono stati spesi?
2) Quanti e quali sono oggi gli alloggi vuoti nei Comuni di Pisa, Cascina, Pontedera, San Giuliano, Santa Croce, San Miniato?
3) Quali lavori (e con quale spesa) sono necessari per rendere abitabili i suddetti alloggi? Chiediamo di avere un elenco dettagliato della situazione degli alloggi di risulta a cominciare da quelli vuoti in Sant’Ermete.
4) Chiediamo le planimetrie dei 48 alloggi in assegnazione in Via Bandi per capire come sarà possibile effettuare un corretto trasferimento delle famiglie residenti dai demolendi alloggi di Sant’Ermete a quelli nuovi.
5) Chiediamo di avere copia dell’appalto (se già esiste) che prevede la demolizione dei 5 edifici da demolire in Sant’Ermete e i tempi previsti per la costruzione dei nuovi edifici in detta area e i termini di consegna.
6) Chiediamo che gli appalti per i lavori di costruzione e di manutenzione di tutti gli alloggi di ERP siano affidati a ditte senza problemi economici e finanziari, che non falliscano prima della fine dei lavori, come troppo spesso invece avviene, causando gravi ritardi nella costruzione e impossibilità di assegnazione ai bisognosi di casa in graduatoria.
7) Chiediamo che alcuni lavori di manutenzione di modesta entità per rendere abitabili gli alloggi vuoti di risulta possano essere eseguiti dagli stessi assegnatari, previa convenzione e rimborso delle spese fatte in conto canoni da pagare.
8) Per eliminare il sovraffollamento e la sottoutilizzazione di gran parte degli alloggi di ERP e effettuare un doveroso programma di mobilità all’interno delle case popolari, in ottemperanza all’art. 19 della LR 96/96 finora mai rispettato, chiediamo di avere l’elenco degli alloggi nei quali risulta sottoutilizzazione e sovraffollamento.


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Pubblicato il: 27 ottobre 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa, Politica, Sociale

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