La raccolta di firme del sindacato confederale parte il 4 febbraio, l’obiettivo è ottenere maggiori garanzie per i lavoratori nel sistema di assegnazione dei lavori pubblici
La Cgil promuove una raccolta di firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare che modifichi il sistema degli appalti pubblici. Dopo l’accordo a sostegno delle imprese locali siglato nel dicembre scorso con la Confederazione nazionale artigianato, il sindacato chiede maggiori garanzie per i lavoratori nel processo di assegnazione degli appalti. “Si tratta di una delle modalità con le quali spesso, nel settore pubblico come in quello privato, vengono esternalizzate attività che dovrebbero essere svolte all’interno delle aziende” afferma Daniela Fabbrini della segreteria confederale pisana, “puntando all’abbattimento dei costi, riducendo i salari e diminuendo le ore lavorate”.
La Cgil pisana sarà in piazza il 4 febbraio per il primo appuntamento, a livello nazionale l’obiettivo è di raccogliere le 50mila firme necessarie entro fine aprile. “Un’iniziativa fondamentale per tre ragioni principali” spiega Daniela Fabbrini, “la prima è la tutela dei lavoratori, perché la nostra battaglia contro la riforma del lavoro del governo Renzi passa anche dalla consapevolezza che i problemi del mercato del lavoro non si combattono dividendo i lavoratori e aumentando il livello di precarietà ma attraverso una politica del lavoro fondata su parità dei diritti e qualità del lavoro”.
“La seconda ragione – continua Fabbrini – ha a che fare con la necessità di proseguire sulla strada intrapresa dal governo italiano e relativa alla riformulazione della normativa europea sugli appalti. Quella italiana è stata depotenziata, Cgil punta ad esempio al reinserimento della clausola sociale in tutti i comparti ed alla reintroduzione della congruità di garanzia dei livelli occupazionali. Soprattutto nel processo di successione degli appalti, con il passaggio da una ditta ad un’altra è necessario garantire la legalità e la qualità dei servizi svolti, particolarmente nel settore pubblico, anziché puntare esclusivamente all’abbattimento dei costi”.
C’è anche un terzo aspetto dietro alla raccolta firme promossa dal sindacato confederale, “la nuova normativa deve puntare all’esclusione delle aziende che dopo essersi aggiudicate una gara non rispettano i contratti di lavoro. Il cosiddetto dumping contrattuale deve essere impedito, i contratti devono essere vantaggiosi anche per i lavoratori, non solo per le aziende”.