Dopo che l’incontro era stato annullato per la mancata disponibilità dell’azienda, il viceministro De Vincenti ha incontrato una delegazione sindacale, e si è impegnato a riconvocare le parti dopo Pasqua
Provenivano da tutta Italia le lavoratrici e i lavoratori del Mercatone Uno, che mercoledì hanno presidiato il Ministero dello sviluppo economico (Mise) a Roma, dove si sarebbe dovuto tenere il tavolo tecnico con la proprietà. All’incontro, però, c’erano solo i lavoratori perché non si è fatta vedere la società che controlla i 79 negozi del gruppo e che ha presentato il concordato preventivo in bianco lo scorso 19 gennaio, annunciando la chiusura di 34 punti vendita, tra cui quello di Navacchio (Pi) in sciopero ormai da 12 giorni.
Una delegazione dei rappresentanti sindacali nazionali della Filcams-Cgil è comunque stata ricevuta dal viceministro Claudio De Vincenti, al quale hanno comunicato l’allarme per la gravità della condotta irresponsabile dell’azienda. I sindacati hanno sottolineato l’importanza di far partire al più presto gli ammortizzatori sociali, tenendo conto che ci sono anche lavoratori “associati in partecipazione” cioè che non hanno le stesse tutele dei subordinati.
Il viceministro ha confermato il coinvolgimento del Mise e si è impegnato a riconvocare sindacati e azienda dopo le vacanze pasquali in un confronto presso il ministero.
Con i lavoratori c’erano anche i sindaci delle località abruzzesi di San Giovanni Teatino e di Pineto, che hanno rinnovato la loro preoccupazione per la perdita di 130 posti di lavoro, tra dipendenti e indotto, che conseguirebbero alla chiusura del negozio di Pineto, un punto vendita tra quelli più profittevoli a livello nazionale.
Continuano a circolare voci su tre manifestazione di interesse che sarebbero state presentate per l’acquisizione del gruppo, ma per ora i 4.000 lavoratori nei vari punti vendita in tutta la penisola restano nell’incertezza più totale.
Paola Baiocchi