Danneggiamenti e imbrattamenti condotti con “evidenti capacità operative e collaudata esperienza”, per la Digos di Pisa. Chiuse le indagini a un anno dal corteo
Sono le dieci le persone ritenute responsabili di atti vandalici in centro a Pisa, durante il corteo anarchico del 3 maggio 2014. Questo l’esito delle indagini durate un anno, dopo la denuncia della Digos della questura di Pisa.
Si tratta di sette persone della provincia di Pisa e tre provenienti dalle province di Livorno, Bologna e Como. L’accusa è di “aver danneggiato e deturpato mediante lancio di vernici e altro materiale le vetrine di negozi, banche e bancomat, nonché danneggiato sistemi di videosorveglianza del Comune di Pisa recidendo con strumenti da taglio (anche lame da potatura) i cavi in fibra ottica di collegamento delle telecamere”.
Alla manifestazione, alla quale parteciparono circa 200 persone, seguirono voci di grande contrarietà rispetto a quanto accaduto. Secondo la questura si è trattato di una manifestazione di “rilievo nazionale e caratterizzata dalla presenza accertata di esponenti dei movimenti anarchici provenienti da molte altre città italiane”.
Secondo la polizia le azioni condotte hanno manifestato “evidenti capacità operative e collaudata esperienza da parte degli autori nel compiere danneggiamenti e imbrattamenti, attraverso l’adozione di azioni dirette a colpire gli obiettivi, evitando in ogni modo di poter essere ripresi dalle telecamere cittadine o da quelle in uso agli operatori di polizia, nonché approfittando delle condizioni di pericolo per la cittadinanza che avevano costretto chi gestisce l’ordine pubblico a desistere da interventi di forza”.