Senza palestra e senza sede da un anno, i responsabili della società nata nel 2013 nel quartiere popolare chiedono che l’amministrazione dia seguito alle promesse di trovare una soluzione
“Basta promesse, aspettiamo i fatti”, i responsabili della Polisportiva Popolare Cep chiedono una soluzione per la società che hanno costituito nel quartiere. “Il Comune risponda a una semplice domanda – scrivono in un comunicato – c’è la volontà politica di farci ripartire o vuole continuare a ghettizzare la Polisportiva Popolare CEP e un quartiere intero?”.
L’appello della società fa riferimento a una situazione in stallo da ormai diversi mesi. La Polisportiva nasce infatti nel maggio del 2013 nei locali che al Cep tutti conoscono come “sottomercato”, i sotterranei del supermercato Conad, da anni assegnate dall’amministrazione all’equipaggio della Barca Azzurra della regata del palio di San Ranieri e alla magistratura dei Satiri del Gioco del Ponte. “Ci siamo associati alla Canottieri Federico Antoni e abbiamo investito per rinnovare le attrezzature e fissato un prezzo di ingresso pari a 15 euro al mese” spiega il direttore Roberto Cini, “quando nell’aprile del 2014 i locali sono stati sequestrati a causa delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la precedente gestione e ci siamo trovati senza una soluzione alternativa”.
Da qui l’avvio dei contatti con gli assessori e la trattativa con il Comune, obiettivo “salvaguardare una realtà preziosa che dà la possibilità a tutti di accedere alla pratica sportiva a prezzi contenuti, grazie all’assenza di scopi di lucro, e con tutti gli avanzi di gestione reinvestiti in attività sul quartiere, come ad esempio il finanziamento alla squadra di calcio”. Questo per contribuire alla nascita di “un centro aggregativo dove davvero le manifestazioni storiche non siano un corpo separato, ma facendole vivere nel quartiere attraverso la palestra, dando la possibilità a tanti giovani e non solo di avere qualcosa da fare e magari aiutando qualcuno a stare lontano da situazioni di disagio giovanile ed alta marginalità”.
“All’indomani della chiusura della palestra il Comune aveva promesso di aiutarci a trovare una soluzione per riaprire in tempi brevi – fa sapere la Polisportiva – da parte nostra abbiamo promesso al quartiere massimo impegno”. La prima proposta avanzata ai vertici di Palazzo Gambacorti manifesta la disponibilità a costruire una struttura prefabbricata a spese della società sportiva: “‘Nessun problema, voi individuate il terreno ed il permesso arriva in venti giorni’, ci fu assicurato” afferma Roberto Cini, “quindi abbiamo trovato un accordo con la pallavolo Turris per realizzare la palestra accanto alla loro. Una volta presentato il progetto però l’obiezione sollevata dal dirigente dell’ufficio Lavori pubblici è stata quella di una destinazione d’uso non idonea, visto che l’area è classificata come ‘luogo di culto’ (i campi della Turris sono adiacenti alla chiesa).
Sfumata questa possibilità, nell’agosto scorso la Polisportiva si ripresenta in Comune con un nuovo progetto. “Insieme all’assessore Serfogli (Lavori pubblici, ndr) ed all’ex assessore Danti eravamo ad un passo dallo stringerci la mano” spiega Cini, “l’accordo prevedeva che costruissimo una struttura prefabbricata in via Vecelio, nell’area dove sono stati realizzati i nuovi campi del Cep e dove dovrebbe nascere il secondo lotto degli insediamenti sportivi comunali“. “A quel punto è intervenuta l’assessore Zambito che si è opposta” aggiunge Roberto Cini, “sostenendo che non le sembrava decoroso costruire un prefabbricato e l’accordo è saltato”.
“Sono stata io stessa a proporre quest’area” ribatte l’assessore all’Urbanistica Ylenia Zambito, “ho semplicemente fatto notare che visto che c’è già un piano per costruire una nuova palestra, mi sembrava uno spreco inutile quello che proponeva la Polisportiva. Per questo ho proposto che siano loro stessi a costruire la struttura del nuovo lotto, ma in muratura e non prefabbricata”. “L’alternativa – prosegue Zambito – è che aspettino la realizzazione della nuova palestra comunale e partecipino al bando per l’assegnazione degli spazi”.
L’ultima (ma solo in ordine di tempo) opportunità che la Polisportiva Popolare Cep sta valutando è quella di sfruttare un fondo commerciale che si libererà a breve. Si tratta dei locali della Cassa di risparmio di Lucca, Pisa e Livorno, di proprietà comunali perché all’interno di un edificio di edilizia popolare. “Sia Serfogli che Zambito si sono detti disponibili vediamo se almeno stavolta alle promesse seguiranno i fatti. Dobbiamo fare alla svelta – conclude Cini – anche perché abbiamo stipulato dei mutui per l’acquisto delle attrezzature e senza gli incassi è impossibile rimborsarli”.