In attesa che venga convocata la seconda conferenza dei servizi che dovrà dare il via libera alla Route nazionale Agesci prevista al Parco di San Rossore ad agosto, la questione arriva in consiglio comunale.
Vi approda grazie a una interpellanza di Marco Ricci, Una città in comune- Prc, che pone sul tavolo due questioni: quale ruolo vuole svolgere il Comune di Pisa (che fa parte della comunità del Parco) in questa partita e se ormai è dato per assodato che, nonostante la valutazione di incidenza non sia ancora pronta e tutto l’iter autorizzativo non si sia concluso, il raduno si farà. Una questione, per Ricci, ormai retorica. “La nostra preoccupazione – aggiunge – insieme all’impatto che un evento di tale portata può avere sul parco è che questa dinamica possa costituire un precedente per eventi a venire”.
Ma se a Ricci e al gruppo consiliare di SEL appare ormai evidente che l’evento non sarà e non potrà essere messo in discussione, di diverso avviso la ricostruzione dell’assessore Ylenia Zambito: “Il 7 marzo la prima Conferenza dei Servizi ha analizzato lo studio presentato da Agesci e ha chiesto delle integrazioni i cui termini di presentazione sono scaduti il 4 aprile. Quando si terrà la seconda Conferenza queste verranno verificate. La certezza dell’evento ci sarà dunque solo quando verrà espresso il parere finale. Quando avremo la formalizzazione divulgheremo il progetto definitivo anche attraverso incontri con la cittadinanza”.
Certo è che sul sito ufficiale della Route il raduno al Parco di San Rossore, dal 7 al 10 agosto, è già calendarizzato. E che, come ha ricordato la capogruppo di SEL Simonetta Ghezzani “l’avvio della macchina organizzativa per l’allestimento della manifestazione prenderà avvio il 2 giugno”.
Piuttosto osserva “sebbene nessuno voglia mettere in dubbio il valore dell’associazionismo cattolico, il timore che la discussione potesse portare in questa direzione ha fatto sì che dell’evento nel suo complesso si parlasse molto poco per molto tempo”. Le voci a favore hanno in queste settimane sottolineato il valore di educaziobe ambientale che tale maniferstazione potrà avere, ma dice Ghezzani “ci dimentichiamo che i partecipanti vengono da anni di esperienza negli scout e che dunque hanno già questo tipo di educazione ambientale. Perchè non pensiamo all’impatto che tale evento avrà sulla fauna notturna?”.
Di diverso avviso Giovanni Garzella (FI-Pdl) che da un lato sottolinea la forte antropizzazione del Parco e dall’altro afferma che “aprirsi è l’unico modo che il Parco ha per sopravvivere, in special modo oggi che le risorse economiche sono sempre più esigue”.
“Se invece dell’area della Tenuta di San Rossore la manifestazione fosse stata prevista a Tirrenia o San Piero a Grado, che rientrano pure sempre nel perimetro del Parco, ci sarebbe stato lo stesso clamore e la stessa opposizione?” si chiede invece Diego Petrucci di Noi adesso Pis@. Che arriva a ipotizzare che l’opposizione di alcuni sia piuttosto determinata da una pregiudiziale di tipo politico: come a dire che in fondo la preoccupazione non è per l’impatto ambientale ma piuttosto la volontà di non lasciare spazio a un raduno di scout di matrice cattolica”.
E se per valutare l’impatto dell’arrivo di oltre 30 mila persone sul Parco dovremo aspettare di conoscere la valutazione d’incidenza, quel che appare certo ormai è che la Route nazionale Agesci ci sarà.