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NiQ Quanto cuore può esserci nella violenza?

ClickFlashPhotos/Nicki Varkevisser-flickr

Cara Niq,

comincio ad avere paura del mio ragazzo. Fino ad ora non avevo avuto nessuna avvisaglia di quello che ti sto per dire, adesso però sono sicura che c’è un lato della persona con cui convivo da qualche anno che non conosco e che mi spaventa. Qualche sera fa, dopo una lite banale, mi ha preso per un braccio e mi ha strattonato, lasciandomi in regalo un bel livido. Un livido che adesso mi vergogno a mostrare.
Non ho avuto il coraggio di parlare della cosa né con lui né con le mie amiche. La cosa che mi fa più male è che non riesco ad essere arrabbiata, la sensazione che provo è più vicina alla vergogna. Perché? 
Devo pensare che si sia trattato di un momento di “follia passeggera” e non dargli troppo peso oppure lasciarlo subito, prima che la cosa si ripeta?
Cara,
a questa lettera mi sento di rispondere in modo diverso rispetto alle precedenti, e spero che tutte le lettrici e tutti i lettori capiranno che è la delicatezza dell’argomento a richiederlo. Conoscere ed amare da anni una persona che all’improvviso si rivela tanto diversa dall’idea che si aveva di lei può spiazzare. Fino ad oggi ti si è presentata un’immagine di lui incapace di compiere un gesto violento, perché è di violenza che stiamo parlando, anche se si tratta “solo” di uno strattone.

“Solo” uno strattone? L’importante è che non accada un’altra volta

È comprensibile essere portate/i, almeno inizialmente, a giustificare l’accaduto come una deviazione dalla normale attitudine, considerandolo come un evento isolato, ma in un secondo momento è necessario spogliare l’atto della cornice emotiva e cercare di analizzarlo il più razionalmente possibile: vi amate, ma in quel momento non ti ha rispettato. Ma questo lo sai, altrimenti non avresti scritto a me.
Una cosa, però, è certa: provare vergogna non è ammissibile, non per te, che hai subito un danno a prescindere dal contesto, da chi te lo ha recato e dalle motivazioni (?) che lo accompagnano. Solo perché lui non ha provato, o quanto meno non ha mostrato di provare vergogna, non significa che il suo agire fosse lecito e giustificabile, al punto da rendere te colpevole di qualcosa che non hai fatto, ma solo ricevuto. Se, invece, ti vergogni di/per lui, cerca di separare quello che lui è da quello che ha fatto, soprattutto ora che l’episodio è isolato. Se dovesse diventare frequente, quello che fa non sarebbe altro che l’effettiva manifestazione di quello che è (uno stronzo).
La cosa più importante è che non accada un’altra volta. Se non l’hai ancora fatto, parlane con lui e cerca di capire qual è stata la natura dell’atto: la lettura che darà del suo comportamento ti indirizzerà nella previsione della sua futura condotta (l’ho fatto perché ero arrabbiato vs non ci sono giustificazioni per il mio comportamento, mi dispiace). 
Ti invito a fare due cose: la prima è scrivermi un’altra email con maggiori dettagli in modo che possa risponderti più accuratamente; la seconda è di tener presente che a Pisa (supponendo che tu sia di Pisa) esiste l’associazione Casa Della Donna, che può offrirti un sostegno più specializzato di quello di un’umile esperta di cuore…ché quanto cuore può esserci in una reazione violenta?
Un abbraccio,
Niq

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Pubblicato il: 7 gennaio 2015

Argomenti: NiQ, Quaderni

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