Sul difficile processo di integrazione fra gli aeroporti di Pisa e Firenze ecco l’intervento della CNA di Pisa tramite il suo presidente Andrea Zavanella, che chiede maggiori garanzie a tutela del territorio a conclusione dell’ingresso di Eurnekian, che di fatto stravolge e ridisegna la partecipazione pubblica ai due scali.
Aeroporti di Pisa e Firenze. Holding o società unica? Questo è il dilemma. La domanda vera infatti è quale possa essere la formula migliore per garantire sviluppo e crescita al nostro territorio. Certo la mossa annunciata da Naldi del gruppo argentino di lanciare le offerte pubbliche di acquisto su entrambe le società Sat e Adf è comunque un passo avanti. Ma il consenso su questa operazione non è scontato. È chiaro che ragioniamo da pisani e da toscani.
La verità è che una vera integrazione, cioè quella da sempre auspicata a partire dalla Regione, con Enrico Rossi in testa, è l’unica strada che possa aspirare di coniugare lo sviluppo di tutta la Toscana con un razionale e logico impegno pubblico, senza necessariamente privilegiare i pochi azionisti di una società, come, lo dico senza polemica, finora è stato per Adf.
Il modello di crescita di Adf punta, al di là delle strategie commerciali e delle alleanze, su un fattore decisivo: quello di catturare consistenti investimenti pubblici per realizzare la nuova pista e le opere complementari. Si parla di 200 milioni. Che nessuno, sindaci della Piana e cittadini in testa, vogliono dirottare su queste voci; a parte appunto Adf e pochi altri (ma potenti). E proprio questa enorme mole di investimenti pubblici a favore di un soggetto privato come ADF lascia perplessi. Qualche “amico”, è ovvio che ci sia se ogni volta si ritorna la punto di partenza. Mi pare uno dei tanti frutti avvelenati delle nostra Italia malata.
Questo è lo scenario e in questo scenario l’unica garanzia vera per lo scalo di Pisa è quella che si è verificata sinora: rimanere forte, autonomo e di autofinanziare la sua crescita come del resto e in modo incontestabilmente efficace sta facendo la SAT guidata saldamente da Gina Giani e da tutto l’azionariato compatto. A questo punto resta da capire cosa possa davvero avere in mente un socio di riferimento di assoluta rilevanza come il gruppo argentino di Eunerkian. Le carte le hanno scoperte in buona parte dicendo che puntano alla società unica. E la cosa da un punto di vista economico e societario ha un senso: è l’unico modo per avere mano libera e potersi muovere con rapidità (asset sempre più decisivo nell’economia moderna, che non contraddistingue certo il modus operandi italiano).
Differenziare gli scali, avere una strategia commerciale comune e sinergica, cogliere le opportunità di investimenti pubblici se e dove vi saranno. È chiaro infatti che se a Firenze dovessero mancare i 200 milioni di euro di risorse pubbliche, continuerà ad essere lo scalo di oggi, prestigioso e remunerativo ma tarato sui voli continentali e sul business. Per Pisa ci sarebbe la porta parta aperta ai voli intercontinentali e alle merci, e al low cost (con qualche incertezza in più, a nostro modo di vedere). Una integrazione possibile di fatto c’è già.
E quindi ragionando da Pisani e non solo: la società unica è una garanzia in più o una garanzia in meno? Secondo noi bene hanno fatto le istituzioni pisane, a partire dal sindaco Filippeschi a lanciare l’allarme. Occorre vederci più chiaro e chiedere capire se e come avere queste garanzie. Non è detto che i soci pubblici debbano vendere soprattutto senza nessuna garanzia per la città, come sembra si possa dare per scontato.
Le quote pubbliche della SAT vanno valorizzate nel futuro interesse del territorio che è il vero proprietario di quelle quote. Ma con il 51% (o più?) delle due società in mano agli argentini, cosa possibile se le Opa si concretizzano e vanno a buon fine, il vero punto su cui ragionare è come avere queste garanzie. Golden share? Patto di sindacato? Amministratori? Presidente?
Non sarà facile capirlo, ma la condizione necessaria è che ogni decisione su come gestire unitariamente il pacchetto di maggioranza Sat, coinvolga davvero tutto il nostro territorio e tutti gli attori. Certo non sono accettabili, su una partita così rilevante per il futuro di Pisa e della Toscana, decisioni calate dall’alto fra pochi intimi. Le cose giuste che ha detto Naldi (“no al travaso di passeggeri ….”) si devono tramutare in una maggiore trasparenza sui progetti e sulle strategie: è su questi aspetti che vanno chieste garanzie e che occorre rendere consapevole e partecipe il territorio.
E che si lasci parte da parte la tentazione di far cassa subito e lavarsene le mani…..
Andrea Zavanella presidente CNA Pisa