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MusiQ RedRoom Secret Session: una serata folk

Redroom Secret Session 04

Noi misere, noi tapine, per fortuna riusciamo ad assistere all’ultima RedRoom Secret Session e abbiamo così l’opportunità di esplorare un’altro modo di proporre concerti in chiave casereccia, stavolta in un ambiente che di improvvisato non ha niente, vista la sua principale funzione di sala di registrazione. Su un tavolo i cd dei Tom Moto, dei Bugz ed altri nomi dell’underground pisano ci introducono a quello che scopriremo essere un luogo di ritrovo per tanti volti noti della musica locale e un’occasione di scoperta di artisti fuori porta.

Reportage fotografico in oro e rosso (d’amore?…) di Michela Biagini.

 

 

Dissipare l’inquietudine infrasettimanale in uno studio di registrazione lungo Via Argine Vecchio, località Nodica. Eh sì, per una volta “essere sbarcati a Nodica” non designa il comportamento poco furbo dei creduloni e degli ingenui bevitori di menzogne, ma porta con sé il dato concreto di una splendida serata al RedRoom Recording Studio, promossa dagli stessi instancabili gestori dello spazio e dall’associazione culturale “The Thing”, che per tutto l’inverno si è impegnata a distribuire spritz e proposte musicali sempre di grande pregio, all’insegna della ricercatezza e della convivialità che caratterizza queste situazioni capaci di unire un impianto da urlo e quattro mura domestiche, dove è possibile consumare un lauto pasto e sedere sui tappetoni accoglienti della sala concerti.

Non siamo tantissimi e questo non ci dispiace, possiamo infatti distribuirci a piacimento nella stanza dove i gruppi suonano o in quella di regia, per godere della vista dei compressori analogici e dell’audio impeccabile delle casse monitor.

Ad aprire la serata ci pensa il duo olandese degli Sleep Gunner, arrivato a Pisa grazie all’intercessione di Tommaso Novi dei Gatti Mèzzi, a giudicare dai ripetuti ringraziamenti. In un italiano discreto, chitarre alla mano ed effettiere ai piedi (nudi), ci raccontano la loro storia di musicisti incapaci di cantare, di duo nato dalla necessità di dover suonare una sera a Amsterdam per una quindicina di minuti in apertura a un altro gruppo.

Quelle che abbiamo ascoltato durante la serata, oltre a tre rivisitazioni di brani dei Louvin Brother, non sono state esattamente canzoni, ma conversazioni tra chitarre, tre chitarre briae, le definirebbe un pisano attento. Qualche effetto, qualche distorsione, bottigline di medicinale a fare da slide e sonorità in costante comunicazione con gli anni ’50, con il southern rock e le delusioni d’amore affogate nell’alcool; armonie sempre sull’orlo di essere tradite dall’uno o dall’altro, come in un confronto su un tema caldo, sul quale non si vuole perdere tempo ad ascoltare che subito si vuole esprimere la propria opinione. Irriverenti, ma composti, gli Sleep Gunner non ce li dimenticheremo.

Dopo di loro si esibisce una formazione che pesca i suoi componenti da moltissime esperienze musicali sia toscane che italiane, tutte in qualche modo legate alla musica folk e cantautoriale: i Model T, di Lorenzo Marianelli, Luca Guidi e Fabrizio Balest ci consegnano un repertorio country/folk che da un lato abbraccia grandi classici del genere, dall’altro si avventura nella reinterpretazione di brani attinti dal pop e dall’indie-rock di recente pubblicazione. Il risultato è davvero piacevole all’ascolto, per questo aspettiamo con ansia l’uscita del loro album, per poter ascoltare le loro produzioni originali.

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Pubblicato il: 1 giugno 2014

Argomenti: MusiQ, Quaderni

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